[13/05/2009] Energia

Ecodem: Il nucleare di Berlusconi è un pieno di falsità

ROMA. Con l´approvazione dell´articolo riguardante l´Agenzia per la Sicurezza Nucleare, tra l’altro non autonoma e senza adeguate risorse, il Senato ha completato l´esame delle norme inerenti e compiuto un primo passo verso il ‘ritorno al nucleare’, una vera fissazione ideologica di Berlusconi e Scajola. Un complesso, quello delle norme sul nucleare, contro cui si è battuto l´intero Gruppo del Pd al Senato, in cui sono presenti elementi di dubbia costituzionalità. Viene rafforzato il centralismo dello Stato e le Regioni e gli enti locali sono espropriati dei loro poteri; si ricorre all’uso dell’esercito per consentire la costruzione delle centrali; si affida inspiegabilmente al Cipe la scelta del tipo di impianti. Senza dimenticare l’abuso di potere: come altrimenti si potrebbe giustificare il commissariamento della Sogin proprio nel momento in cui questa società aveva finalmente avviato le procedure di decomissioning del vecchio nucleare, e lo stravolgimento del ruolo dell´Enea?.

Va poi aggiunto che è stato predisposto il rinvio di sei mesi sulla delega al governo per la localizzazione delle centrali, inizialmente prevista per giugno e rimandandola a dopo l’approvazione complessiva del provvedimento. Questo rinvio è però anche una chiave per capire quale è la reale strategia del centrodestra: continuare ad agitare una bandiera ideologica, quella del ‘ritorno al nucleare’ con la falsa promessa che questo consentirebbe una riduzione del prezzo dell´energia, senza però procedere alla effettiva costruzione di una centrale che inevitabilmente farebbe perdere consensi sul territorio.

Si spiegano così le promesse di Berlusconi e Scajola nella recente campagna elettorale in Sardegna, in cui assicuravano ‘mai una centrale nucleare in Sardegna’ o quelle di analogo tenore in Abruzzo e ancora l´intervento del Sottosegretario Urso oggi nell´aula del Senato in cui l´esponente di governo si affrettava a smentire le ipotesi di localizzazione apparse oggi sul quotidiano Repubblica. Insomma molte chiacchiere e grande perdita di tempo e risorse che molto più utilmente si dovrebbero impiegare nelle strade seguite dagli altri paesi: fonti rinnovabili, risparmio energetico, ricerca scientifica, anche sul nuovo nucleare, e non certo pensando di costruire tra qualche anno centrali di vecchia concezione, pericolose e per cui non si è risolto il problema fondamentale dello smaltimento delle scorie.

Non c´è niente da fare il governo Berlusconi è l’unico esecutivo ancora sordo alle esigenze dell´ambiente e dell´innovazione tecnologica, che possono rappresentare anche una risposta efficace alla crisi economica mondiale. Secondo uno studio recente di Hsbc infatti, uno dei maggiori gruppi bancari del mondo, nell´Unione europea oltre metà delle risorse pubbliche anticrisi sono finalizzate all´innovazione energetico ambientale, mentre in Cina la percentuale è del 37 per cento e negli Stati Uniti è di quasi il 15 per cento. Bene, anzi male, perché in Italia solo l´1 per cento dei fondi pubblici anticrisi è stato impegnato in questa direzione.

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