[13/05/2009] Energia

La Toscana rispedisce l´atomo al mittente: «scelta vecchia, insicura e antieconomica»

LIVORNO. La via toscana all´approvvigionamento energetico è quella di essere una regione nuke free, e non solo: anche quella di marciare verso il non oil, cioè verso l´abbandono dei generatori che utilizzano il petrolio e i suoi derivati e di sposare in pieno le raccomandazioni dell´Unione europea che prevedono entro il 2020 di ridurre del 20% consumi ed emissioni di gas serra in atmosfera e di aumentare della stessa percentuale la quantità di energia prodotta attraverso le fonti rinnovabili.

Il presidente della Regione Claudio Martini commenta così la notizia del via libera del Senato al disegno di legge “Sviluppo ed energia” che prevede sei mesi di tempo per individuare i siti delle possibili centrali nucleari, e aggiunge che «già oggi la Toscana produce, grazie alla geotermia e alle altre rinnovabili, quasi il 30% del suo fabbisogno elettrico, tanto che punta entro il 2020 a portare questa percentuale al 50%».

Secondo l´assessore regionale all´energia e all´ambiente Anna Rita Bramerini «è impossibile imporre queste scelte per decreto, passando sulla testa dei cittadini, senza contare che la tecnologia che il Governo vuole sposare è vecchia, insicura ed antieconomica. Con la previsione dell´autorizzazione unica, sostitutiva di ogni licenza, esclusa la valutazione di impatto ambientale si rischia di mortificare sia le istituzioni locali che i cittadini».

Secondo la Regione il Governo invece di puntare sulle rinnovabili e dare impulso alla nuova green economy, avvia il Paese su una strada irta, pericolosa e che non porta alla soluzione del problema energia. L´assessore ha riconfermato invece «la validità delle scelte contenute nel Piano energetico regionale che sta dando i primi importanti risultati sul fronte dello sviluppo del fotovoltaico, dell´eolico e delle altre rinnovabili».

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