[15/05/2009] Urbanistica

La furia di Furio e i veri nemici del territorio

LIVORNO. Su Il Tirreno prosegue quello che non sempre può essere definito e considerato un dibattito ossia un confronto anche se polemico sulla situazione toscana. Un bell’esempio di questa demolitrice polemica lo ha fornito Furio Colombo, che se sei toscano ti fa sentire proprio un pirla avendo già regalato o venduto per trenta denari il suo territorio e paesaggio ai cementificatori non imparando nulla neppure da Santa Barbara in California dove queste brutte cose non le fanno. Insomma – e questo non lo dice purtroppo solo l’infuriato Colombo- noi siamo come Berlusconi se non peggio.

Ma di cosa stiamo discutendo? Che in Italia mentre prendevano quota i condoni si sia via via smantellato le normative pianificatorie più importanti e innovative frutto di una stagione in cui l’ambiente assunse un rilievo mai avuto? Inquinamento, coste, bacini, parchi evidentemente non interessano a osservatori così sferzanti.

Colombo che avrà sicuramente visitato qualche parco americano ha mai messo piede in alcuni dei nostri parchi nazionali e regionali toscani di cui nei suoi articoli come in quelli di altri non si trova mai alcun riferimento? Sarà per questo che di quel che vuol fare Calderoli non sembra gliene freghi niente e non solo a lui?

Per carità non intendo difendere a spada tratta tutto quel che abbiamo fatto e stiamo facendo in Toscana che presenta sicuramente cose che non vanno al meglio o non vanno affatto, ma sparare nel mucchio rende bigi tutti i gatti e non aiuta a mettere a fuoco le vere magagna e difficoltà.

Quando Frontera e Vanni ricordano alcune vicende del recente passato aiutano veramente ad un esame critico in cui non si butta con l’acqua sporca anche il bambino ed hanno anche ragione a mettere in guardia da reazioni scomposte nei confronti di Asor Rosa e Settis quasi fossero loro i nostri avversari. Con loro c’è da mettere in chiaro aspetti anche cruciali che riguardano il governo effettivo del territorio che significa anche efficace decentramento e sussidiarietà oggi assolutamente negati da un centralismo che non ha nulla da invidiare ad altre stagioni storiche che facevano scrivere ai Cederna libri di fuoco contro la Roma dei barbari.

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