[24/05/2006] Consumo

Anche le opposizioni apprezzano il Piano dei servizi di sviluppo rurale

FIRENZE. «Troppi contadini lamentano una scarsa assistenza: i nostri agricoltori sostengono che nessuno va nelle loro aziende». Così Fabio Roggiolani, consigliere regionale verde, ha incalzato l’assessore Cenni nel dibattito sul Piano dei servizi di sviluppo agricolo e rurale. «La commissione agricoltura – ha sostenuto l’esponente del Sole che ride – deve farsi carico di questi problemi e avviare un’indagine conoscitiva per capire cosa non funziona».

Al dibattito che è seguito all’illustrazione del Piano hanno partecipato i consiglieri di molti gruppi. Roberto Benedetti di An (nella foto) ha mostrato di apprezzare il contenuto del documento: «Vi sono indicate linee generali che non possono non essere condivise. E’ comunque necessario che ad operare le scelte siano sempre di più giunta e Consiglio regionali e sempre meno l’Arsia. Siamo d’accordo sull’investire le Province di poteri di indirizzo ma devono essere considerate anche le indicazioni delle amministrazioni comunali».

Sempre sul fronte dell’opposizione, Piero Pizzi (Forza Italia) si è espresso positivamente per la novità del piano pluriennale, che «finalmente rispetta la legge istitutiva». A suo parere occorre però fare attenzione alle procedure, visto che quest’anno le Province, e neppure tutte, sono riuscite a pubblicare i bandi solo a metà aprile. Pizzi si è detto perplesso sulla decisione di superare il rapporto diretto fra tecnico e azienda, a favore di una sorta di «consulenza collettiva». Secondo l’esponente forzista c’è il rischio che, per allargare il servizio a più aziende, si finisca per renderlo mediocre per tutti.

Marco Remaschi (Margherita) ha sottolineato invece il ruolo dell’Arsia: «E’ fondamentale per gli agricoltori toscani, con ottimi risultati che vengono riconosciuti a vari livelli. I servizi offerti ai nostri imprenditori agricoli sono uno strumento importante e trasparente, che non lasciano traccia di dubbio. Va potenziato il ruolo delle Province che devono formulare i piani annuali di intervento».

Torna all'archivio