[18/05/2009] Comunicati

Da Terrafutura un appello per una nuova economia sostenibile, civile, solidale

FIRENZE. L’edizione di Terra Futura che si svolgerà come ogni anno alla Fortezza da Basso di Firenze nell’ultimo week end del mese vedrà il lancio di un vero e proprio “appello per un’economia civile e solidale”, una proposta di riforma dei mercati economico-finanziari che è il frutto di un percorso condiviso da tutti i partner e iniziato proprio a Terra Futura lo scorso anno, su input di Fiba Cisl. Un percorso che nasce dalla consapevolezza del fallimento di uno sviluppo insostenibile dal punto di vista economico, sociale, e ambientale: questa la denuncia del modello sino ad oggi dominante portata avanti in questi anni da Terra Futura, la mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità.

«Una convinzione della cui verità profetica la crisi attuale è il segno tangibile – hanno spiegato oggi a Roma gli organizzatori dell’evento , ospiti della sede della Fao - tanto da spingere l’intero sistema a chiedere un cambio di rotta, e che fa di Terra Futura un appuntamento, ora più che mai, di fondamentale importanza e attualità. Soprattutto perché, oltre che puntare il dito contro rischi e squilibri e mettere in rete le numerose realtà impegnate nei diversi ambiti a costruire percorsi verso la sostenibilità, fa conoscere e valorizza le esperienze e i progetti alternativi: di commercio equo, responsabilità sociale d’impresa, finanza etica, agricoltura biologica, diritti umani, ambiente, energie rinnovabili, turismo responsabile».

Tra le numerose novità di quest’anno alla Fortezza da Basso ci sarà anche la Prima Borsa delle Imprese Responsabili, la “Green Business Meeting”, nata grazie alla collaborazione e al sostegno della Regione Toscana: workshop specifici e incontri one to one per facilitare l’incrocio fra domanda e offerta dell’economia sostenibile, una sorta di bussola per quegli imprenditori che vogliono dare al loro business un’impronta etica dal punto di vista ambientale e sociale, ma anche per chi vuole conoscere prodotti e servizi.

«In questi anni Terra Futura è stato un laboratorio vivacissimo e variegato di idee, progetti ed esperienze dall’efficacia tangibile e misurabile» ha ricordato Ugo Biggeri, presidente della Fondazione culturale Responsabilità Etica. In quest’ottica va inserita la proposta dell’appello per una nuova economia, che come ha spiegato Giacinto Palladino, della segreteria nazionale Fiba Cisl «ha raccolto numerose e significative adesioni, è articolato in venti punti e su quattro linee di intervento: mercati finanziari, fiscalità, legalità, sostenibilità. Chiediamo tra l’altro istituzioni di vigilanza a livello internazionale che garantiscano la trasparenza dei flussi e dei prodotti finanziari in tutta la loro “filiera”, la revisione dei criteri di “Basilea II”, che penalizzano le imprese sociali e quelle sane, un modello di credito territoriale e un sistema in grado di frenare i grandi movimenti di capitale dell’industria della mafia e della illegalità, con la messa a diposizione immediata dei beni confiscati, in favore di iniziative sostenibili; e infine, domandiamo meccanismi di fiscalità premiale che le incentivino». Un documento che gli stessi promotori intendono proporre ai Potenti del mondo in occasione del G8, come traccia di riforma del sistema disegnata dalla società civile.

«Il sistema sinora dominante si è dimostrato evidentemente fallimentare – ha sottolineato anche Fabio Salviato, presidente di Banca Etica – Le venti principali banche del mondo sono tecnicamente fallite perché i titoli tossici da loro dichiarati hanno un valore che è la metà della loro patrimonializzazione. Inoltre il valore globale dei derivati in circolo è dodici volte e mezzo il PIL mondiale: potrebbero volerci anni per ricostruire un sistema “sano”. Ma è chiaro ormai che la finanza deve essere organizzata, decentrata e in rete. E l’economia deve servire a soddisfare i bisogni veri delle persone. Il tempo è opportuno – ha concluso - la società civile è ormai matura per guidare l’Italia fuori dalla crisi e segnare un cambiamento di passo che potrebbe fare da esempio anche oltre i confini nazionali. Dipende tutto da noi e da come sapremo gestire questa occasione».

E della necessità di un nuovo modello pratico e culturale ha parlato anche Marco Betti, assessore alla Difesa del suolo e Servizio idrico integrato Regione Toscana: «La green economy è sempre stata derisa da esponenti politici di primo piano – sia di destra che di sinistra - Ci dicevano che con le energie pulite saremmo stati capaci di ben piccole cose, mentre la vera alternativa rimaneva solo l’energia nucleare, che è poi quello che l’attuale Governo sta perseguendo. Raddoppiando l’eolico, raddoppiando quasi il fotovoltaico e aumentando il geotermico – conclude l’assessore Betti senza ricordare però che gli obiettivi del Piano energetico della Toscana sono assai più ambiziosi del raddoppio per esempio dell’eolico – la Regione invece non solo dimostra un forte impegno in favore della sostenibilità, ma anche conferma che essa è una validissima risposta alla crisi economica».

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