[19/05/2009] Acqua

Anbi: «Si continua a privilegiare la cultura della protezione civile, rispetto a quella della prevenzione civile»

ROMA. La Penisola a causa dell’alta pressione è sotto un bel sole estivo. La stagione irrigua è iniziata e con le prime calure vengono in mente i periodi di carenza idrica che specialmente negli ultimi anni in certe aree del Paese sono stati “sofferti” da cittadini e attività produttive. Nel passato autunno-inverno le precipitazioni sono state abbondanti e venute nel momento opportuno: questo fa ben sperare per i prossimi mesi.

Ma l´Associazione nazionale bonifiche, fa un passo indietro tornando alle piogge torrenziali di qualche settimana fa e all’elevato rischio idrogeologico presente in Italia, sottolineando anche la connessione tra tutti gli eventi meteorologici estremi: «Se si fermassero le idrovore sarebbero a forte rischio di allagamento la città di Mantova, alcuni quartieri di Padova, gli aeroporti di Fiumicino e Venezia Tessera, la ferrovia Roma-Napoli e tratti dell´autostrada del Sole e del Brennero» sottolinea l’Anbi, che chiede una maggiore integrazione tra politiche private, quelle dei consorzi di bonifica e pubbliche, quelle dello Stato. E’ necessario cambiare l’ordine delle priorità a livello statale dato che «si continua a privilegiare una cultura della protezione civile, rispetto a quella della prevenzione civile» afferma il presidente dell´Anbi Massimo Gargano, che poi accenna all’altra faccia della medaglia rappresentata dalla carenza idrica alimentata dagli sprechi: «In Italia cadono 300 miliardi di metri cubi di acqua all´anno, ne potremmo utilizzare 53, invece ne utilizziamo 45. C´è un gap di 8 miliardi di metri cubi di acqua che sprechiamo pompandoli in mare, pari a una superficie grande come 16 volte il lago di Garda». Giusta osservazione ma tutti i settori comunque devono fare la loro parte: a livello nazionale l’uso agricolo a fini irrigui è il settore di maggior consumo di risorsa idrica.

Una strategia integrata di adattamento agli eventi metereologici estremi che negli ultimi 50 anni sono aumentati, deve essere pianificata ed attuata al più presto, anche perché (per chi è sensibile solo ai temi economici) questi fenomeni incidono sul Pil nazionale. «Nel 2007 - ha concluso il presidente dell’Anbi - questa contrazione è stata dello 0,05, pari a 620 miliardi di euro».

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