[25/05/2009] Acqua

La crisi frena anche i consumi di risorsa idrica

FIRENZE. Al convegno che si terrà a Bari il prossimo 27 maggio, verranno presentati i dati del rapporto Blue Book (giunto alla sua quinta edizione) che analizza le variabili quantitative che descrivono i principali aspetti tecnici ed economici del Servizio Idrico Integrato. Elaborato da Utilitatis Proacqua energia ambiente e da Anea (Associazione nazionale autorità ed enti ambito), il Blue Book ha come base i dati di riferimento della pianificazione di 82 Ato, dove vengono analizzati la descrizione dello stato del servizio risultante dai piani d’ambito, la geografia degli affidamenti, l’analisi della domanda di risorsa e di infrastrutture. Ma la presentazione del Blue Book cade in un periodo di trasformazione del comparto delle acque che interressa anche il settore idropotabile.

La conversione in legge del decreto 208 del 30 dicembre 2008 (legge 13 del 27 febbraio 2009) ha affidato alle Autorità di bacino nazionali il coordinamento per arrivare alla redazione dei Piani di gestione dei futuri distretti idrografici, in base a quanto previsto dalla direttiva acque 2000/60 (recepita dal d.lgs 152/06) che riguardano a scala di distretto anche tutela e gestione della risorsa idrica. La scadenza fissata al 22 dicembre 2009 imposta dall’Europa, potrebbe rappresentare l’occasione per provare a superare, in tema di pianificazione e di gestione, quella frammentazione di competenze che ha portato a numerose inefficienze nel settore. Questa criticità viene confermata anche da alcuni dati riportati su ItaliaOggi che anticipano la pubblicazione del Blue Book. Troppa la diversità tra i settori di utilizzo per un´unica risorsa. Un esempio riguarda l’applicazione delle tariffe nel settore idropotabile con differenze tra regione e regione e tra gli ambiti nella stessa regione (anche in base agli investimenti previsti dai Piani), ma differenze abissali si riscontrano poi con altri settori come ad esempio quello agricolo, dove spesso si paga in modo forfettario in base agli ettari irrigati senza tenere conto del reale consumo di acqua. E l’agricoltura (zootecnia compresa) a livello nazionale incide per il 50% dei consumi.

Semplificazione e governo unitario della risorsa idrica sono le parole d’ordine da mettere in pratica, ma per centrare gli obiettivi di qualità previsti per tutte le acque al 2015 è necessario migliorare le infrastrutture con conseguente necessità di nuove risorse economiche per gli investimenti. E’ possibile articolare le tariffe penalizzando chi abusa della risorsa e colpire gli sprechi, ma comunque non basta: è necessario trovare capitoli specifici di finanziamento ricorrendo anche in parte alla fiscalità generale se vogliamo rispondere in modo adeguato alle carenze del nostro sistema che riguardano in particolar modo il settore della depurazione.

Intanto secondo i dati di Utilitatis pare che il consumo d’acqua rallenti nel settore idropotabile: nel 2009 secondo stime si dovrebbe arrivare a 5 miliardi e 343 milioni di m3, mentre per il 2010 è previsto un aumento di poco più di 38 milioni. La crisi si fa sentire e gli italiani risparmiano diminuendo i consumi idrici ed energetici (uno dei pochi lati positivi al momento) ma speriamo che i gestori tra poco non vengano a battere cassa dicendo che le entrate sono state inferiori alle previsioni dei piani. E’ già successo in Toscana mettendo in evidenza i limiti di questo sistema.

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