[25/05/2009] Energia

Verso una fascia di prezzo bloccata per il petrolio?

LIVORNO. Le stime contenuto nel rapporto dell´Iea, di una flessione del 3,5% della produzione elettrica e di un calo del 21% degli investimenti dell´estrazione di greggio, già anticipate qualche giorno e presentati ieri al G8 energia, hanno suscitato immediate reazioni da parte dei 23 paesi presenti al summit e delle 20 imprese, che messe assieme rappresentano oltre l´80 per cento di produzione e consumi di energia mondiali, e che quindi hanno quasi un peso maggiore delle istituzioni a questa riunione preparatoria del G8 aquilano di luglio.

Governi e grandi aziende energetiche si sono trovati d’accordo per cercare le modalità con cui garantire maggiore stabilità al mercato energetico e gli ingenti investimenti necessari per non trovarsi a corto di forniture nel momento in cui l´economia mondiale dovesse riprendersi.

«Prezzi sostenibili ed equilibrati - ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola - ci consentono di meglio coniugare crescita economica, sviluppo tecnologico, tutela dell´ambiente», al contrario, prezzi bassi «possono favorire la ripresa della crescita dell´economia ma scoraggiano gli investimenti in efficienza energetica, fonti rinnovabili, riduzione delle emissioni».

D´altra parte, come ha avvertito la Iea, gli attuali livelli del prezzo del greggio derivano essenzialmente dalla caduta della domanda legata alla crisi e una volta che l´economia riprenderà a camminare si torneranno a vedere i livelli record dell´anno scorso. Il rischio allora ha sottolineato ii segretario all´Energia Usa, Steven Chu, è che «un´impennata del prezzo del greggio possa compromettere o rallentare la ripresa».

Pertanto dal G8 è uscita l’ipotisi di una fascia "ideale" di prezzo del greggio di 60-70 dollari al barile, proposta dall’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, che rappresenterebbe un livello «ragionevole» e tale da «garantire un adeguato ritorno per i produttori, sostenere la crescita economica e prevenire la conversione dell´agricoltura dal cibo ai biocarburanti» e al contempo incoraggiare anche investimenti in efficienza, rinnovabili, nuove tecnologie.

«Definire un prezzo degli idrocarburi - ha detto Paolo Scaroni - è paradossalmente il modo migliore per arrivare a sostituirli» che ha lanciato l’idea di costituire quindi un’agenzia globale composta da tutti i protagonisti del mercato petrolifero che assicuri la stabilità dei prezzi del greggio e che gestisca tutte le riserve dei singoli paesi. «E´ una proposta che abbiamo consegnato a tutti i ministri presenti - ha spiegato Scaroni - ci siamo dati un ruolo ambiziosissimo ma ci è sembrato che il tema fosse così importante che dovevamo dare il nostro contributo», assolvendo quindi al compito che il ministro Scajola ha dato alle imprese per questo summit sull’energia.

Da parte di Enel, l´amministratore delegato Fulvio Conti, ha confermato il piano per lo sviluppo del nucleare, per ora all´estero, ma – ha dichiarato - con «l’intenzione di fare lo stesso in Italia quando, speriamo a breve, passerà la legge voluta dal ministro Scajola» e in veste di presidente dell’E8, ha avvertito circa la criticità delle prospettive per le fonti rinnovabili per le quali, ha sottolineato, Piero Gnudi, «è importante che i governi accompagnino lo sforzo compiuto dalle aziende energetiche mettendo a punto incentivi per lo sviluppo di quelle tecnologie innovative che oggi non hanno ancora raggiunto un sufficiente grado di economicità».

Sulla stessa linea anche gli amministratori delegati di Edison, Umberto Quadrino, che ha messo in rilievo il problema degli approvvigionamenti e il nodo della remunerazione dei transiti e di Sorgenia, Massimo Orlandi, per cui servono politiche stabili nel tempo sull´incentivazione alle nuove fonti di energia.
Intanto sul lato dell’efficienza energetica è stato firmato ieri un accordo internazionale, battezzato "Ipeec", International partnership for energy efficiency cooperation, da parte di tredici Paesi (Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea, Messico, Russia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Ue), che – ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola- garantiranno l’impegno di «una politica comune per l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi e lo sviluppo di nuove tecnologie», varando per questo obiettivo «normative comuni e stringenti».

L’Ipeec sarà una «piattaforma aperta a tutti», ha spiegato Scajola, per «condividere ed elaborare le singole esperienze in materia di efficienza».

Un accordo definito «essenziale» dal ministro, «per far fronte alla crisi e combattere il cambiamento climatico» che potrà dare risposte (in parte) anche alla diffusa mancanza di accesso all’energia ancora presente in larga parte del pianeta, che non permette ad un miliardo e seicentomila persone di disporre delle condizioni minime di sviluppo. Proprio sul tema della necessità di garantire l’accesso energetico ai paesi cui è ancora negato e degli investimenti necessari per garantire uno sviluppo sostenibile, con un focus sull´Africa, è l’ordine del giorno dei lavori di oggi che si chiuderanno con un documento congiunto, che verrà presentato al vertice di luglio a L’Aquila.

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