[26/05/2009] Comunicati

Il cambiamento climatico è un pericolo per la salute degli animali (e dell’uomo)

LIVORNO. E’ in corso a Parigi, fino al 29 maggio, la settantasettesima sessione generale del Comitato internazionale della World Organisation for Animal Health (Oie) che riunisce i rappresentanti di 72 Paesi e Territori e gli osservatori delle Organizzazioni internazionali che hanno sottoscritto l’accordo Oie. Il Comitato internazionale determina la politica dell’Oie e controlla l’applicazione degli accordi la sessione parigina si occupa dell’adozione di norme internazionali nei settori della sicurezza sanitaria e del commercio degli animali e dei loro prodotti, della lotta contro le malattie animali e le zoonosi e del miglioramento della qualità dei servizi veterinari.

Alla fine verranno elette le Commissioni amministrative, regionali e specialistiche dell’Oie. La sessione generale sta discutendo anche un documento tecnico di grande interesse: «Conseguenze dei cambiamenti climatici e delle modificazioni dell’ambiente sulle malattie animali emergenti e ri-emergenti e sulla produzione animale», una sintesi della situazione zoo-sanitaria mondiale integrata dalle informazioni fornite da ciascun Paese dell’Oie.

Presentando il documento, il direttore dell’Oie, Bernard Vallat, ha spiegato che «Sempre più Paesi attribuiscono al cambiamento climatico la comparsa di almeno una malattia emergente o ri-emergente, che sta colpendo o che ha colpito il loro territorio. E’ una realtà che non possiamo ignorare e che ci impone, per affrontarla, di aiutare i servizi veterinari di tutto il mondo a dotarsi di strutture conformi alle norme internazionali di buon governo».

Le conclusioni dello studio sono state esposte dal ricercatore australiano Peter Black, e richiedono un nuovo approccio per prevenire pericoli nuovi. Tra i 126 Paesi e Territori che hanno partecipato allo studio, il 71% hanno dichiarato di essere estremamente preoccupati per l’impatto che si attendono dal cambiamento climatico sulle malattie animali emergenti e ri-emergenti. Secondo il 58% la comparsa recente di almeno una malattia è direttamente collegata al global warming.

Le tre malattie emergenti più citate dai Paesi Oie sono la febbre catarrale ovina (la lingua blu), la febbre della Valle del Rift e la febbre del Nilo Occidentale. Per la maggioranza dei Paesi l’azione dell’uomo sull’ambiente ha pesanti ricadute sui cambiamenti climatici e dunque sulla diffusione delle malattie animali.

I Paesi membri hanno dato mandato all’Oie di prendere in carico questa problematica «utilizzando le sue capacità scientifiche e li suoi network, in particolare a livello globale, regionale e sub-regionale» ed hanno previsto nuove azioni per quanto riguarda la ricerca, il rafforzamento delle capacità nazionali «sia per il sistema sanitario pubblico che per quello privato che a livello della comunicazione per prevenire gli effetti del cambiamento climatico sulla produzione animale e sulle malattie, comprese quelle umane».

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