[29/05/2009] Energia

Elezioni europee: ecco chi è a favore e chi è contro al nucleare

LIVORNO. Mentre Berlusconi conferma di essere pronto a ricorrere all’esercito per riportare il nucleare in Italia, Greenpeace diffonde i risultati del sondaggio sul ritorno del nucleare svolto tra i candidati che le varie liste italiane hanno proposto per le elezioni europee:

Rifondazione Comunista, Idv e Sinistra e libertà sono apparse compatte nel dire no al nucleare, seguite dal Pd con sette candidati alle Europee su 10 che hanno dichiarato la loro opposizione alla costruzione dei nuovi Epr in Italia. Nessun candidato dell’Udc e del Pdl ha per ora preso posizione contro gli impianti atomici e contro i siti di deposito di scorie nucleari che dovrebbero essere costruiti in Italia, come ha invece fatto uno dei dieci candidati selezionati della Lega Nord.

Su questo tema Greenpeace aveva verificato finora un colpevole silenzio da parte di chi potrebbe invece opporsi alla militarizzazione delle decisioni sul nucleare: con la sua indagine ha finalmente ottenuto che i partiti venissero allo scoperto.

«La maggioranza degli italiani è preoccupata e consapevole che il nucleare è una scelta sbagliata e nonostante questo il governo intende imporlo con la forza militare. - spiega Andrea Lepore, campagna Clima di Greenpeace - Ciascun candidato alle europee e amministrative ha quindi il dovere di esplicitare prima delle elezioni se si oppone al ritorno del nucleare senza nascondersi dietro strategici silenzi».

Nelle scorse due settimane l’associazione ha posto a 60 candidati, selezionati equamente all’interno delle diverse liste, due quesiti riguardanti la realizzazione in Italia di impianti nucleari Epr e di uno o più siti di deposito delle scorie radioattive sul territorio italiano, chiedendo ai candidati che non lo avevano ancora fatto di esprimersi contro il nucleare.

Un recente sondaggio di Eurispes all’inizio di maggio ha dimostrato che la maggioranza degli italiani è contraria al ritorno al nucleare. In un documento congiunto, discusso giovedì scorso dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni, gli assessori all’Ambiente delle Regioni italiane affermano che le norme contenute nel ddl 1195 «incidono profondamente, irragionevolmente e illegittimamente sulle competenze delle Regioni» in maniera contraria a quanto previsto dalla Costituzione.

«Con il ddl 1195 il governo progetta di militarizzare l’apertura di nuovi impianti nucleari e lo smaltimento delle scorie radioattive. Le forze politiche e i singoli candidati che non si oppongono subito e con fermezza al nucleare stanno di fatto accettando i piani ‘sovietici’ del governo» conclude Lepore.

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