[29/05/2009] Comunicati

Il più grande movimento sociale in tutta la storia dell’umanità di Gianfranco Bologna

ROMA. Domani, tra i numerosi eventi che avranno luogo a Terra Futura a Firenze, vi sarà anche (ore 17.30 sala spazio media eventi, padiglione Spadolini, I piano) la presentazione dell’ultimo avvincente libro di Paul Hawken “Moltitudine inarrestabile. Come è nato il più grande movimento al mondo e perché nessuno se ne accorto”, edizioni Ambiente). Paul Hawken è un noto imprenditore ambientale, autore di noti volumi, tra i quali un classico dell’ambientalismo, “Capitalismo naturale” scritto con Amory ed Hunter Lovins (anch’esso edito da Edizioni Ambiente).

Hawken fornisce un quadro affascinante e rigoroso e ben contestualizzato della ricchezza dei movimenti per la giustizia sociale e la difesa ambientale sorti in tutto il mondo: si tratta di una marea crescente di organizzazioni, spesso molto piccole, che non vengono rilevate dai media tradizionali, e che, frequentemente, il potere politico ignora oppure cerca di intralciare e sminuirne le attività.

Hawken ha strutturato un intero sito su questa ricchezza di organizzazioni (www.wiserearth.org).
Queste associazioni non si riconoscono nelle ideologie tradizionali e non fanno riferimento a leader o a istituzioni centrali. Hanno obiettivi che dipendono dai contesti in cui operano e dalla loro storia.
Hawken ricorda che, proprio come per il sistema immunitario i cui anticorpi si attivano ogni volta che la nostra salute viene messa in pericolo, questo vasto ed articolato movimento, dà conto della risposta di milioni di persone alle minacce che vengono portate all’integrità della nostra casa, la Terra e a quella dei suoi abitanti, tutti noi.

Scrive Paul Hawken: «Dopo aver trascorso anni a studiare il fenomeno e aver creato insieme ad alcuni colleghi un database globale delle organizzazioni coinvolte, sono giunto alla seguente conclusione: si tratta del più grande movimento sociale in tutta la storia dell’umanità. Nessuno conosce il suo scopo e i meccanismi del suo funzionamento sono più misteriosi di quanto sembri.
Quello che salta agli occhi è indiscutibile: aggregazioni coerenti, organiche, auto-organizzate, che riuniscono decine di milioni di persone che operano per un cambiamento. Nei college, quando mi chiedono se sono ottimista o pessimista riguardo al futuro, la mia risposta è sempre la stessa: se si guarda alla scienza che descrive ciò che sta accadendo oggi sulla Terra e non si è pessimisti, vuol dire che non si è in possesso di dati corretti. Se si incontrano le persone di questo movimento senza nome e non si è ottimisti, significa che non si possiede un cuore. Ciò che vedo sono persone normali e fuori dal comune disposte ad affrontare disperazione, potere e avversità incalcolabili nel tentativo di ripristinare alcune parvenze di grazia, giustizia e bellezza in questo mondo».

Nella mia prefazione al libro di Hawken ho ricordato le parole scritte nel 1974 (nel suo libro “Quale futuro?” Mondatori editore) dal mio grande maestro Aurelio Peccei (1908-1984), lo straordinario fondatore e presidente del Club di Roma: «A qualunque livello, dall’individuo ai piccoli gruppi e comunità, dalla città alle arene nazionali ed internazionali, vi sono migliaia di decisioni e di azioni che ciascuno di noi può avviare o influenzare quotidianamente. Sono lieto di vedere un numero sempre crescente di uomini progressisti e coraggiosi negli organi delle comunicazioni di massa, negli organismi internazionali, nelle chiese, nelle accademie e nelle università, nell’industria, in molti centri nevralgici della società, uomini che desiderano e intendono preparare il terreno all’azione capillare del cittadino medio che, a sua volta, li può stimolare a fare di più. Vedo anche un immenso esercito popolare che lentamente sorge e si muove su fronti sparsi e frammentati in tutto il mondo. E’ un esercito di cittadini qualunque, che ritengono che sia giunto il momento di cambiare le cose. Sono tanti, e tanti sono i loro obiettivi, disparati e in apparenza senza alcuna reciproca connessione. Sono e costituiscono i movimenti per la pace e i movimenti di liberazione, i gruppi spontanei di conservazione e di difesa ecologica, il movimento di liberazione femminile e le associazioni per il controllo della popolazione, i difensori delle minoranze, dei diritti umani e delle libertà civili, gli apostoli della tecnologia dal volto umano e dell’umanizzazione del lavoro stesso nella fabbrica o dovunque si svolga, i difensori del consumatore, i contestatori non violenti, gli obiettori di coscienza e una moltitudine di uomini e donne vecchi e giovani, ispirati da quello che essi ritengono essere un nuovo bene comune, da obblighi morali più forti di qualsiasi altro dovere. Come è nella tradizione, questo esercito di popolo ha alte motivazioni e un pessimo equipaggiamento, vince le scaramucce e perde le battaglie, ed è destinato a essere spietatamente sopraffatto a livello strategico e schiacciato dal tallone dei conservatori: ma ciò nonostante, poiché la storia marcia con esso, prima o poi prevarrà. Purtroppo, però, nelle circostanze attuali sarà una vittoria assai amara, perché arriverò troppo tardi per salvare l’anima e le condizioni dell’umanità. Gli eventi mondiali vanno troppo in fretta perché una marcia lenta possa raggiungerli, e la problematica che sta di fronte all’umanità è un mostro troppo formidabile per attaccarlo poco alla volta, perifericamente. Questa disponibilità e questo attivismo popolare, quindi devono affilare e coordinare i propri obiettivi, devono acquistare una possente forza d’urto; devono soprattutto diventare quella inarrestabile corrente di rinnovamento radicale della nostra società tutta, che può essere la nostra salvezza».

Wangari Maathai, premio Nobel per la Pace nel 2004, ha detto nel suo discorso di ricevimento del premio stesso: “Benchè io sia la vincitrice del Premio esso è un riconoscimento al lavoro di tantissimi individui e gruppi in ogni parte del globo. Queste persone lavorano in silenzio e spesso senza gratificazione per proteggere l’ambiente, promuovere la democrazia, difendere i diritti umani e assicurare l’uguaglianza tra donne ed uomini. Facendo questo essi piantano dei semi di pace».

I problemi che l’umanità si trova ad affrontare oggi sembrano veramente senza precedenti e richiedono una straordinaria capacità di innovazione, di previsione, di fortissima attenzione al futuro, a partire dall’immediato, dal nostro agire quotidiano. E’ perciò urgente e necessario che si formi una mentalità complessiva di approccio ai problemi che certamente non li affronti con le stesse modalità che continuiamo a seguire tuttora.

Si tratta, purtroppo, di consapevolezze che sono ancora drammaticamente carenti nel mondo politico ed economico che, a tutt’oggi, continua a fornire altre priorità di azione per il nostro mondo e per le nostre società e che, invece, sono sempre più presenti nel “più grande movimento del mondo”.

La soluzione alle tante sfide che dobbiamo affrontare nel nostro immediato futuro sono oggetto delle mobilitazioni, delle riflessioni e delle analisi di tantissimi gruppi organizzati in tutto il pianeta e che costituiscono appunto l’oggetto di questo interessante libro di Hawken. Una lettura piacevole e documentata che suggeriamo vivamente a tutti coloro si battono per il cambiamento e che vogliono essere parte di un “esercito” pacifico che vuole cambiare rotta.

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