[01/06/2009] Acqua
LIVORNO. Il quadro normativo italiano sulle acque, se pur con lentezza e con ritardi non indifferenti, si sta completando. Anche se ancora mancano molti decreti attuativi del Dlgs 152/06 (alcune regioni si sono adoperate con propri provvedimenti) il regolamento sui criteri per il monitoraggio dei corpi idrici superficiali e sotterranei e per l’identificazione delle condizioni di riferimento è stato (attraverso decreto) pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di sabato scorso. Entrerà in vigore il 16 giugno.
Le Regioni, sentite le autorità di Bacino e comunque entro 90 giorni dalla pubblicazione, dovranno adeguarsi e attuare i programmi di monitoraggio per la valutazione dello stato delle acque oltre che individuare i siti di riferimento “tipo-specifici” (ma questo dopo altri 30 giorni) sulla base delle nuove modalità e dei nuovi criteri tecnici (elencati negli allegato 1 del decreto). Il regolamento non fa altro che adeguarsi alla direttiva 2006/118/CE sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento.
La normativa europea, a sua volta, ha completato la direttiva quadro 2000/60/CE che prevede le disposizioni per la protezione e la conservazione delle acque sotterranee. La direttiva del 2006 ha aggiunto, infatti, i criteri comuni a tutti gli Stati membri della comunità per la valutazione del buono stato chimico dei corpi idrici e ha fornito indicazioni per “l’inversione delle tendenze all’aumento dell’inquinamento”.
Inoltre, ha stabilito i valori soglia e gli standard di qualità per i corpi idrici sotterranei (in coerenza con le altre specifiche direttive) per i nitrati e per i prodotti fitosanitari. In Toscana però, a partire dal 2003, sono già stati istituiti formalmente alcuni corpi idrici significativi sotterranei per definirne il livello di tutela da garantire e per individuare le eventuali azioni di risanamento da attivare.
Del resto le acque sotterranee sono una preziosa risorsa naturale. Il deterioramento e l’inquinamento chimico (dato anche dall’utilizzo di fitosanitari in agricoltura) può deteriorare gli ecosistemi acquatici, ma può anche “minacciare” l’utilizzo delle acque per l’approvvigionamento di acqua destinata al consumo umano.