[04/06/2009] Comunicati

Fao: l’agricoltura (se cambia) ha un ruolo essenziale nella lotta ai cambiamenti climatici

LIVORNO. Mentre a Bonn proseguono i Climate talks previsti dalla road map di Bali verso Copenhagen, la Fao manda a dire ai 4.000 delegati che bisogna includere l’agricoltura nei nuovi accordi internazionali per far fronte ai cambiamenti climatici. L´agricoltura è una delle principali fonti di gas serra con il 14% delle emissioni mondiali, mentre altre modifiche dell’utilizzo dei suoli, come la deforestazione, sono addirittura responsabili del 17% delle emissioni globali.

De 1990 al 2005, le emissioni causate dall’agricoltura nei Paesi in via di sviluppo sono cresciute di circa il 30% e sono destinate ad aumentare ancora, però in un nota orientativa la Fao sottolinea che «La diminuzione dei gas serra prodotta dalle attività agricole nei Paesi in via di sviluppo permetterà all’agricoltura di affrontare meglio le sfide climatiche, riducendo allo stesso tempo la fame e la povertà».

Le pratiche agricole sostenibili offrirebbero quindi una importante occasione per attenuare le emissioni di gas serra, in particolare con l’assorbimento di CO2 ottenuto attraverso una ridotta lavorazione dei suoli, una migliore gestione dei pascoli ed il recupero delle terre degradate che stoccano sempre meno carbonio. La Fao evidenzia che le altre opzioni per l’attenuazione dei gas serra in agricoltura sono un uso più efficace dei concimi, una migliore gestione delle acque delle risaie, la messa a dimora di alberi e l’utilizzo della biodiversità degli animali di allevamento come elemento della sostenibilità.

Il pressing della Fao si sta facendo insistente perché, come sottolinea il suo vice-direttore Alexander Mueller, «Se l´agricoltura dei Paesi in via di sviluppo è praticata in un’ottica più sostenibile, guadagna in produttività e diventa più resiliente di fronte all’impatto dei cambiamenti climatici, il che permetterebbe quindi di ridurre la popolazione sottoalimentata nel modo, stimata attualmente intorno ad un miliardo di persone, e di offrire migliori guadagni e opportunità di lavoro».

Gli attuali meccanismi di finanziamento internazionali, come il Clean Development Mechanism del Protocollo di Kyoto, non coinvolgono i piccoli agricoltori dei Paesi meno sviluppati. Secondo Peter Holmgren, coordinatore della Fao per I negoziati Onu sui cambiamenti climatici «Dei nuovi dispositivi più flessibili sono indispensabili per offrire delle leve favorevoli agli agricoltori e ai piccoli contadini per fare in modo che possano partecipare alla riduzione ed all’eliminazione dei gas serra. Milioni di agricoltori poveri in tutto il mondo potrebbero contribuire a ridurre le emissioni di gas serra. Questo tuttavia richiede investimenti e flussi di informazione massicci per convertire le pratiche agricole non sostenibili e formare gli agricoltori all’attenuazione. Un nuovo accordo mondiale sul clima che verrà adottato a Copenhagen a dicembre, deve quindi incorporare l’agricoltura».

Secondo la Fao il Clean Development Mechanism potrebbe essere ampliato per includere la riduzione delle emissioni causate dalla deforestazione e dal degrado delle foreste, delle zone umide, dei terreni agricoli e dei pascoli, così l’agricoltura potrebbe realizzare pienamente il suo potenziale di stoccaggio e assorbimento del carbonio nel suolo e nelle biomasse.

«Il finanziamento delle attività di lotta contro il cambiamento climatico nell’agricoltura dei Paesi in via di sviluppo dovrà essere innovativo e chiaramente scisso dall’aiuto pubblico allo sviluppo – sottolinea il documento Fao – e le differenti fonti di finanziamento sfruttate in maniera sinergica».

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