[05/06/2009] Rifiuti

Federambiente disapprova l´accordo Anci-Conai sulla plastica

LIVORNO. Tira una brutta aria sulle questioni dei rapporti tra Anci, Conai e Federambiente. Il motivo è l’allegato tecnico sulla convenzione con il consorzio del riciclaggio della plastica (Corepla), uno degli allegati che discendono dall’accordo quadro firmato a dicembre tra l’associazione nazionale dei Comuni e il Consorzio nazionale imballaggi.

Il nuovo Accordo, che ha una validità di 5 anni a decorrere dal 1° gennaio 2009, prevede che i corrispettivi economici riconosciuti dal sistema consortile per i rifiuti di imballaggio raccolti dalle pubbliche amministrazioni, vengano rivalutati annualmente dei 2/3 dell’indice nazionale dei prezzi al consumo e a garanzia di una sempre maggiore qualità dei materiali conferiti, fondamentale per la successiva fase di riciclo, verranno definiti nuovi limiti qualitativi (percentuale di frazione estranea) che decorreranno dal 1° aprile 2009 per la filiera plastica e dal 1° luglio 2009 per gli altri materiali. Proprio questi limiti qualitativi (da cui discendono i corrispettivi economici) sono al centro del tavolo di discussione degli allegati tecnici, uno per ogni filiera di materiale, cui è subordinata la piena operatività dell’accordo.

Lo scoglio su cui si discute da tempo è appunto la plastica e nei giorni sorsi è stato raggiunto un pre-accordo, al tavolo di coordinamento tra i rappresentanti di Anci e di Conai, che ha suscitato una dura reazione da parte di Federambiente.

Il consiglio direttivo di Federambiente comunica infatti oggi che «preso atto con disappunto delle linee propedeutiche con cui il Comitato di coordinamento Anci-Conai (dal quale è esclusa la rappresentanza dei gestori dei servizi) intende procedere alla definizione dell’allegato tecnico all’Accordo Anci-Corepla» intende chiamarsi fuori.

Il problema segnalato da Federambiente risiede nella «preoccupazione per la crescente insufficienza delle risorse economiche indispensabili al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, che risulteranno ulteriormente ridotte: per il solo settore della plastica si prevede una diminuzione media annua di 29 milioni di euro, pari a circa 150 milioni nel quinquennio di validità dell’accordo».

Per gli operatori della raccolta differenziata, il combinato disposto tra riduzione delle risorse economiche disponibili e obiettivi di riciclaggio sempre più ambiziosi potrebbe generare uno squilibrio che si rifletterà nei fatti sulle comunità locali. Che significa in soldini che se le raccolte differenziate dovranno migliorare in quantità e qualità avendo potendo però contare su corrispettivi inferiori, gli amministratori dovranno alzare le tariffe ( o la tassa rifiuti laddove ancora la tariffa non è applicata)

Federambiente non disconosce «gli effetti perversi della crisi economica e finanziaria che ha colpito l’industria italiana degli imballaggi, ma giudica insopportabile che le difficoltà del mercato debbano essere quasi interamente sostenute dalle famiglie, che pagano le tasse o le tariffe per la gestione dei rifiuti».

Pertanto chiede che sia convocata, con la massima urgenza, una riunione con i vertici dell’Associazione dei comuni, «sospendendo – con effetto immediato e fino al raggiungimento di un chiarimento soddisfacente sugli orientamenti della delegazione trattante – la propria partecipazione, come supporto tecnico della delegazione dell’Anci, ai tavoli di perfezionamento dell’Accordo».

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