[09/06/2009] Comunicati

L´innovazione non è solo di giornata... Ti ricordi Industria 2015?

LIVORNO. Giornate dedicate all’innovazione ieri e oggi, con la premiazione delle imprese che più si sono distinte in questo campo svoltasi al Quirinale e il convegno organizzato a Roma da Confindustria in cui l’innovazione è individuata come “grande infrastruttura immateriale del paese”. Il premio nazionale per l’innovazione, che ieri il presidente Giorgio Napoletano ha consegnato a 26 aziende è stato istituito lo scorso anno con un decreto del Presidente del consiglio dei ministri, su concessione del Presidente della Repubblica, presso la Fondazione nazionale per l’innovazione Tecnologica Cotec.

L’obiettivo del premio è la valorizzazione delle migliori capacità d’innovazione di aziende, università, amministrazioni, enti o singoli ideatori, anche al fine di favorire la crescita della cultura dell’innovazione nel paese.
Un riconoscimento che va alle migliori esperienze d’innovazione, individuate tra quelle premiate annualmente nelle competizioni a carattere nazionale organizzate nei settori dell’industria e servizi, dell’università, della pubblica amministrazione e del terziario e valutate sulla base di tre criteri: innovazione di processo, di prodotto e di servizio.

Delle 26 aziende premiate, nove appartengono al sistema confindustriale, tra grandi e piccole-medie imprese, 3 sono enti pubblici, e il resto sono piccole e medie aziende che hanno saputo intrecciare bene il loro lavoro con le università e ne hanno tratto elementi per innovare la propria attività.

Un percorso che il Progetto Industria 2015 avrebbe avuto intenzione di stimolare, ma che nei fatti è stato molto cambiato e svuotato di risorse rispetto all’idea originale nata dal ministero dello Sviluppo guidato da Pierluigi Bersani e che avrebbe aperto la strada a un sistema di orientamento dei fondi pubblici destinati all’innovazione mettendo in sinergia la grande, media e piccola impresa con l’Università.

Non lo dice apertamente Diana Bracco, presidente del progetto speciale R&I di Confindustria, ma lo fa velatamente quando sostiene che serve «un salto di qualità nella governance per gestire i fondi pubblici». «Vogliamo sottolineare – dice la Bracco in una intervista al sole 24 ore, come la ricerca e l’innovazione siano strategiche per lo sviluppo e debbano essere poste alla base della politica economica del paese».

E quello che serve è «garantire efficienza nella gestione, certezza negli strumenti, chiarezza di obiettivi, tempi certi». Stessa cosa sulle regole. «Non è pensabile favorire lo sviluppo cambiando le regole in continuazione (anche quelle valide)- sostiene ancora la presidente Bracco - peggio limitandone la validità in corso d’opera».

Che però è proprio quello che in altra sede (all’assemblea annuale di Federchimica) sembra chiedere a Bruxelles il presidente Squinzi (riconfermato a capo dell’associazione) riguardo all’applicazione del Reach, il regolamento europeo sulle sostanze chimiche che è sempre stato osteggiato dall’industria di settore e che divenuto operativo a giugno 2007 è ora in fase di attuazione.

Un provvedimento che oltre ad essere un sistema integrato di registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche che potrà assicurare un maggiore livello di protezione della salute umana e dell´ambiente, è anche un eccezionale strumento per stimolare l’innovazione.

Circa 30.000 sostanze e prodotti chimici dovranno infatti essere soggetti ad un esame sulla loro pericolosità e inseriti in un database comune a tutti gli Stati membri e le sostanze identificate come aventi effetti cancerogeni, mutageni, e tossici per la riproduzione) assieme alle sostanze persistenti, bio-accumulabili e tossiche (inclusa la variante che ha queste caratteristiche in maniera amplificata devono essere sistematicamente autorizzate.

Ovvero non potranno circolare liberamente come è avvenuto sino ad ora, appesantendo quindi l’iter da parte dell’industria, che potrebbe scegliere invece di sviluppare la ricerca e l’innovazione per trovare validi sostituti a queste sostanze, che in futuro potrebbero anche essere completamente proibite.

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