[11/06/2009] Parchi

Un nuovo strumento Onu per conoscere, migliorare ed estendere le Amp

LIVORNO. In un’epoca in cui gli oceani subiscono pressioni senza precedenti a causa delle attività antropiche, il Programma Onu per l’ambiente (Unep) ha pensato ad uno strumento che fornisca le più recenti e pertinenti informazioni sulla biodiversità marina e costiera e sul suo livello di protezione. Si tratta del “marine protected areas tool”, il World database on protected marine areas (Wdpa-Marine) realizzato dal World conservation monitoring centre dell’Unep insieme all’Iucn, che fa parte del World database on protected areas che è stato recentemente aggiornato e rivisto e che costituisce la lista mondiale ufficiale delle zone protette terrestri e marine.

Il Wdpa-Marine è sostenuto dal partenariato pubblico-privato Proteus avviato nel 2003 per innovare e rendere accessibile liberamente le informazioni sulla biodiversità e dal 2006 lavora alla ricostruzione dell’intera Wdpa, per migliorarne la qualità nei settori prioritari. Il Wdpa è un insieme di dati “di base” per le associazioni di salvaguardia ambientale di tutto il mondo ed è uno strumento essenziale per rilevare le attività ad alto rischio che hanno un forte impatto sull’ambiente naturale.

Il Wcpa-Marine vuole fornire: le informazioni più recenti e complete possibili per l’analisi delle Aree marine protette, così come degli ecosistemi marini e costieri; una banca dati sulla protezione dell’ambiente marino per gli indicatori legati agli Obiettivi per lo sviluppo del millennio ed il Biodiversity indicators partnership information on marine protection; la migliore fonte di osservazioni sulla protezione del mare; i dati satellitari più attuali sulle aree marine protette e gli ecosistemi marini e costieri, disponibili gratuitamente per uso non commerciale.

Attualmente, nel mondo ci sono più di 5. 000 Aree marine protette (Amp) che si estendono su una superficie di 3,1 milioni di km2, meno dell’1% della superficie del pianeta . Molto meno delle oltre 115.000 zone protette terrestri che coprono 18 milioni di km2, l’11,9% della superficie terrestre.

L’Area marina protetta più piccola è quella di Echo Bay, un parco provinciale del Canada, con una superficie di appena 0,4 ettari, la più grande Amp è la Zona di protezione delle isole Phoenix Kiribati vasta 41.050. 000 ettari. La superficie media di un’Amp di rilievo nazionale è e di 55.278,465 ettari e l’Area marina protetta più vecchia è la di San Juan County/Cyprus Island Marine Biological Preserve negli Usa, istituita nel 1923.

Kristian Teleki, a capo del programma One Ocean e direttore dell’International coral reef action network dell’Unep, spiega che «Le zone marine protette sono essenziali per il futuro degli oceani e possono assicurare la prosecuzione dei servizi forniti dagli ecosistemi e dai quali dipendono milioni di persone in tutto il mondo per la loro sussistenza. Senza le Aree marine protette e senza gli sforzi dei governi, delle organizzazioni ambientaliste e delle comunità di tutto il mondo per gestire e per conservare l’ambiente marino, il futuro degli oceani e la diversità della vita che contengono sarebbero compromessi».

Ormai le Amp sono state istituite in molti Paesi, ma esistono notevoli differenze tra Paese e Paese per quel che riguarda la loro dimensione e istituzione, spesso in funzione dei bisogni e delle priorità nazionali e dell’appoggio politico-legislativo e finanziario che ricevono. «Le Amp – dice l’Unep – coprono un ventaglio di ambienti marini e costieri che si estende dalle acque costiere alle zone più profonde, dagli oceani polari ai mari tropicali. Si sviluppano spesso alle frontiere nazionali. Queste zone possono essere molto efficaci quando sono accompagnate da altre misure di salvaguardia quali la pianificazione territoriale e la gestione basata sugli ecosistemi».

Il direttore esecutivo dell’Unep, Achim Steiner, sottolinea che «Attualmente circa il 12% delle terre sono coperte da zone protette, ma meno dell’1% dell’ambiente marino ha lo status di area protetta. Bisogna che questo cambi e che cambi velocemente. Abbiamo la speranza che il World database on protected areas aiuterà a correggere questo squilibrio e che il prossimo decennio vedrà importanti progressi nella protezione del mare attraverso le Amp».

Il Wdpa-Marine serve come fonte di dati per il marine protected area layer di Google Ocean, grazie al partenariato tra l’Unep e la World commission on protected areas dell’Iucn.

Secondo Dan Laffoley, a capo della Wdpa-Marine dell’Iucn «L’ottenimento e la diffusione di informazioni precise sulle aree marine protette è una priorità assoluta. Si tratta di uno strumento essenziale accanto al Protect Planet Ocean e a Google Ocean per poter dimostrare a tutto il mondo quale porzione del mare è protetta. Questo aspetto innovativo dimostra l´urgente necessità per i governi e per noi tutti di aumentare sensibilmente la copertura della rete delle Amp, così come ad intensificare l´ambizione e l´efficacia con la quale gestiamo le risorse marine».

Teleki spiega che il Wdpa-Marine «E’ stato progettato con managers e decision makers specializzati in aree marine protette all’interno di organizzazioni ambientaliste, dei governi e delle agenzie Onu e tenendo conto degli accordi multilaterali sull’ambiente».

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