[12/06/2009] Rifiuti

Gli shoppers degradabili tramite addittivi fanno male all´ambiente e al riciclo?

LIVORNO. In una nota diffusa nei giorni scorsi, la Federazione europea dei riciclatori di plastiche (EuPR ) attacca duramente l’utilizzo di plastiche (in genere polietilene) addizionate con particolari additivi che le rendono più facilmente degradabili. Plastiche abbastanza diffuse per la fabbricazione degli shoppers distribuiti nei supermercati.
I motivi che hanno fatto prendere all’EuPr questa posizione vengono riassunti in tre aspetti sostanziali: il fatto che così si sottrae il valore energetico che questi prodotti una volta divenuti rifiuti possono rappresentare, il possibile inquinamenti dei manufatti ottenuti con il riciclaggio meccanico della plastica post-consumo, il cattivo messaggio (anche se indiretto) che trasmette ai cittadini: siccome sono più facilmente degradabili possono anche essere abbandonati.

La federazione europea dei riciclatori di plastiche mette anche in dubbio il fatto che l´impiego di questi additivi oxodegradabili possa ridurre l´emissione di gas ad effetto serra nell´atmosfera, mentre ciò risulterebbe ormai acclarato da numerosi studi per il riciclaggio meccanico.

C’è poi anche l’aspetto che riguarda il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio fissati dall´Unione Europea, che preoccupa la federazione, dal momento che questi materiali potrebbero anche non raggiungere il circuito di raccolta e riciclaggio, fermo restando il fatto che qualora si arrivasse ad un diffuso impiego di questa classe di additivi , si potrebbero avere contaminazioni di questi circuiti, dato che gli additivi “oxo” non sono rilevabili dai sistemi di selezione, mentre la loro presenza potrebbe creare problemi in termini di controllo della qualità dei materiali rigenerati.

Il terzo punto sollevato da EuPR e che riguarda il rischio di aggravare la pratica dell’abbandono dei rifiuti nell´ambiente, forse il più debole, ha comunque una sua ragionevolezza perché il messaggio della degradabilità potrebbe indurre a comportamenti sbagliati da parte dei cittadini.

EuPR non ritiene quindi questa tecnologia una soluzione sostenibile al problema della gestione dei rifiuti e ha lanciato un appello all´industria affinché non vengano vanificati i risultati ottenuti in questi anni nel riciclaggio di materie plastiche.

Ma non è l’unica voce quella della federazioni dei riciclatori di materie plastiche (che è comunque di parte) che nel corso degli anni in cui si sono andati diffondendo questi additivi in particolare riguardo al loro uso come materiali biodegradabili e quindi comportabili, su cui si è espressa negativamente l’Agenzia per l’ambiente inglese.

Così come l’Ibaw, l’organismo internazionale che raggruppa le imprese che producono polimeri e bioplastiche biodegradabili (anch’esso certamente di parte) ha pubblicato in merito già qualche anno fa una position paper nella quale metteva in evidenza molti problemi aperti dai prodotti in polietilene degradabile, l’EPI-TDPA, in cui la presenza di additivi oxo, permette una iniziale degradazione ossidativa della plastica. Ma il fatto è che questi additivi sono basati su metalli ionici che favoriscono la frammentazione del polietilene (PE), ma successivamente la degradazione del rimanente PE è molto lenta, e frammentato potrebbe acculumularsi nell’ambiente in maniera anche più subdola, essendo più facilmente incorporato portandosi appresso anche i metalli che compongono l’additivo.

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