[12/06/2009] Rifiuti

L´Arpa calabrese a caccia del radon

LIVORNO. Anche la Calabria avvia le misurazione del radon, il gas inodore e incolore presente naturalmente nel sottosuolo e che è la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta, agendo oltretutto in sinergia con esso. Nei giorni scorsi infatti il dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) ha avviato le misurazioni, partendo proprio dallo stabile che ospita i laboratori del dipartimento di Catanzaro, compreso i luoghi interrati e seminterrati, così come previsto dalla normativa nazionale.

«Il radon – spiega Franco Nicolace, direttore del dipartimento provinciale Arpacal di Catanzaro - è un gas radioattivo naturale inerte, prodotto principalmente dal suolo e dai materiali da costruzione; i prodotti del decadimento di questo gas, detti tecnicamente “figli del Radon”, possono invece legarsi alle pareti, ai pavimenti, alle persone o alle particelle nell’aria ed essere inalate e collocarsi in una qualsiasi regione dell’apparato respiratorio: naso-faringe, tratto bronchiale, tratto polmonare. La deposizione nel tessuto polmonare fa aumentare la dose assorbita al polmone e conseguentemente il rischio dell’insorgenza di tumori polmonari».

La misura della presenza del gas radon rappresenta infatti un passo fondamentale per la stima e il contenimento del rischio derivante dalla presenza di questo agente inquinante, sia per i lavoratori e sia per la popolazione che vive ed opera in un determinato luogo confinato, ma nonostante questo in Italia sono pochissimi i fondi stanziati anche solo per le misurazioni (un censimento in tal senso è stato portato a termine pochi mesi fa dalla Regione Toscana), figurarsi per gli interventi correttivi che oltretutto non avrebbero costi enormi, trattandosi quasi sempre di una sorta di ‘impermeabilizzazione’ delle strutture edilizie in modo che il radon dal sottosuolo non penetri negli edifici..

«I dati epidemiologici disponibili di studi sui minatori esposti al radon – aggiunge Salvatore Procopio, del Laboratorio fisico del dipartimento provinciale di Catanzaro - forniscono una stima diretta della mortalità per cancro al polmone. Uno degli aspetti più allarmanti messo in evidenza da questi studi è rappresentato dal fatto che nelle abitazioni domestiche, in taluni casi, i livelli di esposizione possono raggiungere valori confrontabili con quelli caratteristici dei minatori».

«E’ per questo motivo – conclude il direttore del dipartimento provinciale Arpacal di Catanzaro - che le misure di radon sono fondamentali e, per essere attendibili, devono necessariamente avere una durata di un anno: la concentrazione di questo agente fisico inquinante, infatti, varia da giorno a notte e da estate a inverno. Non esistendo laboratori accreditati, poiché la commissione che avrebbe dovuto approvare i criteri per l’accreditamento non si è mai costituita dal 2001, i privati dovrebbero ricorrere al supporto di enti qualificati, come appunto le Arpa, che garantiscano il rispetto delle linee guida tecniche in vigore, nonché una costante taratura degli strumenti e l’impiego di personale qualificato per la determinazione delle analisi in laboratorio».

Il dipartimento provinciale Arpacal di Catanzaro è disponibile, su richiesta dei privati cittadini, ad attivarsi per specifiche campagne di misurazione del radon nelle abitazioni o nei luoghi di lavoro.

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