[26/05/2006] Urbanistica

Anselmi: «Piombino destinata ad un ruolo da protagonista»

PIOMBINO (Livorno). La notizia dell’accordo Arcelor-Severstal viene commentata con toni positivi dal sindaco di Piombino Gianni Anselmi (nella foto), alla luce delle prospettive che questo evento apre per la città. «Piombino potrebbe diventare protagonista di un passaggio importante nei fenomeni di concentrazione societaria globale del comparto siderurgico – dice Anselmi – se l’operazione andasse a termine, la città diventerebbe infatti una delle capitali dell’acciaio, con un soggetto forte, numero uno planetario, in grado di garantire una migliore programmazione e gestione delle questioni strategiche, come la logistica e il porto»

«Da quanto mi risulta – prosegue Anselmi – il gruppo Lucchini conserverà una forte autonomia nel nuovo grande soggetto che si verrà a costituire, sia dal punto di vista manageriale che dal punto di vista strategico. Tutto questo renderà ancora più forte e solida la Lucchini stessa, e Piombino potrà essere messa in condizioni di giocare un ruolo strategico, in un quadro di consolidamento competitivo dell’industria europea. Il fatto che Arcelor abbia scelto un partner europeo per difendersi da Mittal determina infatti un rafforzamento dell’Europa nel comparto siderurgico».

«Sul piano della sicurezza e del rispetto dell’ambiente – conclude Anselmi – auspichiamo una forma di contaminazione positiva tra un gruppo come Arcelor, impegnato da tempo su questi temi con l’acquisizione di buoni risultati, e le criticità più evidenti che può presentare uno stabilimento a ciclo integrale come quello Lucchini. Detto questo, confermiamo la nostra visione strategica sia sul piano urbanistico, sia sul piano delle compatibilità ambientali e del rapporto con la città, una visione sostenuta convintamente nel corso degli ultimi anni».

«Impressione non negativa» anche da parte di Rifondazione comunista. «Per il momento siamo molto cauti – dice il segretario piombinese Alessandro Favilli – perché le notizie sono ancora molto frammentarie, ma da una fusione del genere l’industria siderurgica europea ne uscirebbe sicuramente rafforzata, diventando primo gruppo mondiale dell’acciaio, con l’opportunità che sta tutta alla politica di individuare in un modello industriale di produzione diverso da quello statunitense e da quello asiatico di Mittal».

In quest’ottica secondo l’esponente di Rifondazione «anche Piombino assumerebbe un ruolo diverso, diventando il principale sito italiano del primo gruppo mondiale, con sinergie interessanti tra Lucchini e Magona di cui Arcelor è già proprietario. Ciò significa che il gruppo non avrà più alibi e potrà fare investimenti rilevanti nei processi di innovazione produttiva, nelle bonifiche, nella riduzione dell’inquinamento e sulla sicurezza sul lavoro». Alessandro Favilli lascia per ultimo il dato negativo: «Un aspetto preoccupante è il prevedibile slittamento dei piani industriali, e questo è un elemento su cui riflettere con attenzione».

Parecchi dubbi su questo accordo arrivano invece da Legambiente. «Innanzitutto non parlerei di fusione ma di acquisizione vera e propria da parte di Arcelor, visto che si parla di 89,5% di quote – dice il presidente del Cigno verde di Piombino Adriano Bruschi - E se nei tempi lunghi probabilmente questo accordo si rivelerà una cosa positiva, nei tempi brevi porta diversi problemi».

Adriano Bruschi teme infatti che la nuova proprietà possa «rimettere in discussione accordi e impegni faticosamente trovati, anche sugli spostamenti di alcuni impianti. Il pericolo è che si debba ricominciare da capo, dalla sostituzione dei dirigenti che erano diventati nostri interlocutori fino a una ridiscussione del piano industriale».

Insomma, conclude il presidente di Legambiente Piombino, «si apre una nuova stagione di interrogativi, e soprattutto non sappiamo se sarà l’ultima, perché non vorremmo ritrovarci fra 6 mesi o un anno a ridiscutere di scenari ancora una volta cambiati».

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