[16/06/2009] Urbanistica

In migliaia a Roma per una ricostruzione reale e trasparente dell´Abruzzo

LIVORNO. I cittadini abruzzesi che sono stati travolti dal terremoto del 6 aprile, hanno deciso di far sentire più forte la loro voce sul provvedimento che segnerà il loro futuro.
Partiti a centinaia con 20 autobus organizzati e tanti altri con mezzi propri sono arrivati oggi a Roma (dopo essere stati bloccati ai caselli autostradali) di fronte a Montecitorio per allestire un sit in mentre i parlamentari saranno impegnati con la votazione della conversione in legge del decreto sulla ricostruzione post-terremoto, prevista nel pomeriggio alla Camera.

Armati di tende, cuscini e sacchi a pelo i comitati spontanei nati nelle tendopoli aquilane e dei paesi vicini hanno deciso di portare la tendopoli in piazza e accompagnati da molti sindaci, tra cui quello dell´Aquila, Massimo Cialente, e dalla presidente della Provincia, Stefania Pezzopane e sostenuti in questo sit in da Radicali e Legambiente, chiederanno innanzi tutto di essere ascoltati e coinvolti nelle misure previste per la ricostruzione. Il sit-in è promosso dai comitati di cittadini nell’ambito della campagna 100%: 100% ricostruzione, 100% trasparenza, 100% partecipazione.

«Quello che sta succedendo a L´Aquila», sostengono i comitati, «è lo specchio di uno programmatico e costante svuotamento di significato della parola democrazia. L’esperienza del Friuli, la migliore tra le esperienze post-sisma, ci insegna che la chiave di volta di una ricostruzione efficiente è quella dal basso, in cui i cittadini non sono spettatori passivi ma forze attive nel pretendere trasparenza, partecipazione e ricostruzione al 100%. Tutto questo ha un prezzo, l’impegno quotidiano».

Oltre alle modalità, si contestano anche i contenuti del provvedimento e la scelta di optare per la realizzazione di un accampamento di case di legno, per sostituire le tendopoli (per cui sono stati aggiudicati adesso i primi bandi di gara, tra cui anche il Consorzio Etruria per la costruzione di 130 alloggi) in attesa della ricostruzione.

Ma nonostante gli impegni presi dal Presidente del Consiglio che, durante la campagna elettorale, aveva annunciato il rimborso totale per ricostruire le seconde case dei centri storici e le coperture finanziarie per gli enti pubblici, dopo l’audizione degli amministratori abruzzesi, la Commissione ambiente della Camera, lo scorso mercoledì, ha deciso di non apportare modifiche al testo in discussione che assumano questi impegni.

E dalle dichiarazioni fatte ieri da Angelo Alessandri e Roberto Tortoli (Pdl), rispettivamente presidente della commissione Ambiente della Camera e relatore del provvedimento, durante un sopralluogo nel centro storico de L’Aquila, non sembra vi siano spiragli di cambiamento. I due parlamentari di maggioranza hanno infatti ribadito l´impegno del Governo ma hanno anche annunciato che «il Dl rimarrà così com´è».

La battaglia degli emendamenti, si preannuncia quindi piuttosto dura: le forze di opposizione hanno infatti annunciato che se le cose rimarranno così saranno ripresentati tutti i circa 150 emendamenti che erano stati ritirati in commissione in seguito alla possibilità di trovare un accordo.

«Non siamo terremotati di serie B» dicono dal comitato 3e32 «Questo Parlamento deve garantirci la riparazione di tutti i danni, così come promesso nei proclami televisivi».

C’è scetticismo anche per i tempi d’attesa. «Un piano che prevede di lasciare per mesi, al caldo dell’estate e al freddo dell’autunno (dell’inverno?) decine di migliaia di persone, più che una missione impossibile è una missione sbagliata. Bisogna subito trovare soluzioni diverse e rivedere completamente il Piano C.A.S.E.»
Il piano C.A.S.E prevede per i cittadini dell’Aquila la costruzione di 4.000 abitazioni, come alloggi permanenti, su piattaforme isolate sismicamente, per cui sta procedendo ad individuare le 20 aree necessarie e sulle quali costruire. Per quanto riguarda le abitazioni temporanee per gli abitanti degli altri 48 comuni del cratere sismico le cui case sono state classificate inagibili è stata predisposta la realizzazione di 1800 moduli abitativi provvisori prefabbricati in legno, temporanei e smontabili, dotati di tutti i servizi necessari.

In pratica si sta realizzando quella new town, invocata da Berlusconi, dato che queste abitazioni rimarranno anche dopo che la ricostruzione delle case lesionate dal terremoto sarà completata.
I moduli abitativi permanenti- come richiesto dal bando- saranno eco compatibili oltre che antisismici, ma questo non significa che sia altrettanto sostenibile la scelta di realizzare una nuova città che si svilupperà con una estensione di un chilometro per un chilometro.

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