[26/05/2006] Parchi

Pesca, De Castro firma il decreto per le reti ferrettare. La Lav: «Uguale ad Alemanno»

ROMA. Non è piaciuta molto alle associazioni la prima iniziativa sulla pesca del neo ministro alle politiche agricole Paolo De Castro che ha firmato un decreto sull’uso della rete ferrettara. «Sembra proseguire anche col nuovo ministro - dice la Lav - la politica di saccheggio delle risorse marittime, già abbondantemente perseguita dal precedente ministro Alemanno (An)».
Per l’associazione animalista si tratta di «un brutto inizio per il nuovo governo»: col decreto del 24 maggio 2006 le ferrettare, reti da posta concepite per la cattura di specie come occhiata, sgombro, salpa, boga, alaccia, sardina e acciuga, potranno essere ampliate dagli attuali 2 km a 2 chilometri e mezzo di lunghezza, mentre il loro impiego potrà essere esteso sino a 10 miglia dalla costa, rispetto al limite attuale di 3 miglia; la larghezza massima della maglia passa da 100 a 180 mm.

«Col pretesto della ferrettara ci si riavvicinerà - conclude la Lav - a una reintroduzione surrettizia delle cosiddette "spadare", che oltre ai pesci spada cattureranno accidentalmente anche decine di specie protette come cetacei e tartarughe marine, nonostante le spadare siano state formalmente dismesse dal 2002 a suon di costosi indennizzi pubblici, con stanziamenti statali di 5 milioni di euro».

Duro anche il commento di Legambiente che teme derive verso pratiche illegali di pesca:
«Il decreto sull’uso della rete ferrettara – dice Sebastiano Venneri, responsabile Mare di Legambiente - potrà anche rispondere ai dettami europei, certo è che la questione centrale è oggi quella di garantire il rigoroso controllo sulle pratiche di pesca illegale. Basti ricordare che solo nell’ultimo anno sono stati sequestrati dalle Capitanerie di Porto ben 800 km di spadare. Un record che sottolinea il clima di lassismo e illegalità che attraversa una parte consistente del comparto».

Legambiente negli anni passati ha denunciato la presenza nei mari dell’Arcipelago toscano e nel canale di Corsica di reti ferrettare aggiunte che formavano barriere lunghissime come le spadare. «Se da una parte si fa un provvedimento in linea con l’ordinamento della pesca comunitaria – continua Venneri – dall’altra è necessario intensificare i controlli e impedire che, come è accaduto in passato, chi usa le spadare rimanga di fatto impunito».

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