[17/06/2009] Energia

Nel Bric russo tanta energia, la riforma della finanza mondiale e un de profundis per il G8

LIVORNO. Il primo summit ufficiale del Bric (Brasile, Russia, India e Cina) si è concluso con la richiesta di una maggiore rappresentatività per le economie emergenti nelle istituzioni finanziarie internazionali. L’ennesima ricetta per dare regole che tutti vogliono ma nessuno riesce a definire ad un’economia globale devastata dalle scorribande dell’iperliberismo.

Ad Ekaterineburg, negli Urali, i leader del Bric hanno approvato una dichiarazione finale che punta tutto sul dialogo energetico: «Prevediamo un miglior coordinamento delle politiche nazionali in materia di energia, comprese quelle tra i Paesi produttori, consumatori e di transito, all’interno dei loro sforzi tendenti a ridurre l’incertezza e a garantire la stabilità. Appoggiamo la diversificazione delle risorse energetiche e dell’offerta dei prodotti energetici, tra i quali l’energia rinnovabile, la sicurezza degli itinerari di transito, la creazione di una nuova infrastruttura energetica e di nuovi investimenti nella sicurezza energetica».

Il presidente cinese Hu Jintao ha presentato al Bric nella sua proposta in 4 punti per “raddrizzare” l’economia mondiale, largamente ripresa nel comunicato finale, ha anche inserito le questioni del cambiamento climatico e della sicurezza alimentare, energetica e sanitaria;: «Oltre a lottare contro l’attuale crisi finanziaria mondiale, devono essere intrapresi degli sforzi per affrontare in maniera appropriata alcuni problemi che ostacolano lo sviluppo, come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, energetica e la salute pubblica. Un approccio a lungo termine ed un piano globale devono essere adottati per prendere tutti i fattori in considerazione perché questi problemi riguardano il benessere di tutti i popoli del mondo ed i loro interessi globali».

«Dobbiamo anche rafforzare i nostri sforzi per sviluppare le energie pulite e rinnovabili – ha detto Hu – e stabilire sistemi avanzati di ricerca e promozione con l’obiettivo di diversificare i nostri approvvigionamenti di energia».

Quindi buoni appalti ed incassi per Russia e Brasile che stringono un patto di ferro con i due maggiori consumatori asiatici: Cina ed India.

I leader del Bric pensano comunque che il mondo debba darsi un nuovo ordine di fronte alle nuove sfide e minacce globali: «All’interno di questo ordine di idee, noi riaffermiamo la necessità di avviare una riforma globale dell´Onu con l’obiettivo di migliorare la sua efficacia (...). Confermiamo l´importanza che noi diamo allo status dell´India e del Brasile negli affari internazionali, comprendiamo ed appoggiamo le loro aspirazioni a giocare un ruolo più importante in seno all’Onu». Il riferimento all’appoggio alle richieste di India e Brasile di diventare membri permanenti del Consigli di sicurezza dell’Onu, del quale Russia e Cina già fanno parte, è più che chiaro.

Lula, Medvedev, Singh e Hu Jintao confermano la loro fiducia nella diplomazia per risolvere le questioni internazionali più spinose e chiedono anche l’adozione, più rapidamente possibile, di una Convenzione universale sul terrorismo internazionale sbloccando il progetto allo studio dell’Assemblea generale dell’Onu.

Ma l’attacco più deciso dei quattro giganti emergenti è portato ai già disastrati equilibri delle istituzioni mondiali che avrebbero dovuto gestire l’economia ed al G8 che li ha sostenuti: «Le economie emergenti e in via di sviluppo devono avere più peso ed una migliore rappresentanza nelle istituzioni finanziarie internazionali, ed i loro capi dovranno essere nominati attraverso un processo di selezione aperto, trasparente e basato sul merito. L´architettura finanziaria ed economica mondiale dovrà essere basata su principi quali un processo di decisioni e della loro applicazione democratico e trasparente nelle organizzazioni internazionali; una base legale solida; una compatibilità tra le attività delle istituzioni regolatrici nazionali efficace e degli organismi internazionali per le regole; il rafforzamento della gestione dei rischi e delle pratiche di sorveglianza».

Secondo Hu Jintao «I 4 Paesi si sono impegnati a far avanzare la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali, per riflettere i cambiamenti dell’economia mondiale».

Da quel che si capisce, e che i leader del Bric non tentano nemmeno di nascondere, il ruolo del G8 è dato per esaurito, ad Ekaterineburg è stata sottolineata l’importanza del G20 per far fronte alla crisi economica e, secondo l’agenzia cinese Xinhua, Brasile, Russia,India e Cina chiedono a tutti i Paesi ed organizzazioni internazionali di «agire con vigore per mettere in atto le decisioni adottate al summit del G20 a Londra in aprile ed hanno promesso di cooperare più strettamente tra loro e con gli altri partner per garantire ulteriori progressi con un’azione collettiva al prossimo summit del G20 che si terrà a Pittsburgh (Usa) nel settembre 2009».

Una specie di de profundis per il rito dei "grandi" che si terrà all´Aquila e che ora si trova davanti l´agguerrito Bric, il G20, il G77 che non vogliono più prendere ordini da potenze sempre meno potenti e da economie sempre meno rilevanti.

Entusiasta il presidente russo Dmitri Medvedev: «E’ un avvenimento eccezionale, persino storico. Secondo tutti i partecipanti a questo incontro, il nostro summit iniziale ha giustificato tutte le speranze. I colloqui sono stati seri e circostanziate ed assolutamente concreti».

Secondo Medvedev il Bric «permetterà di formulare meglio le nostre posizione di trovare nuovi modi, non standard, per risolvere i problemi attuali e riformare i rapporti finanziari internazionali».

Il secondo summit del Bric si terrà nel 2010 in Brasile.

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