[17/06/2009] Parchi

Giornata mondiale contro la desertificazione

LIVORNO. Oggi si celebra la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione (Wdcd) che quest’anno, il quindicesimo dalla sua istituzione, ha un significato speciale per la Convenzione Onu contro la desertificazione (Unccd). «La Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione – spiega l’Unccd - è celebrata ogni anno il 17 giugno. Quest´anno ha come tema "Conserving land and water = Securing our common future". La desertificazione, il degrado dei suoli e la siccità minacciano la sicurezza umana, privando le persone dei loro mezzi di sussistenza, togliendo loro cibo, accesso alle risorse idriche, mezzi per le attività economiche, e anche le loro case. Nei peggiori scenari e casi, mina la sicurezza nazionale e regionale, costringe le persone a lasciare le loro case e può portare a conflitti di bassa od alta intensità. In questa Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione, vorremmo ricordare a tutti le minacce alla sicurezza dei suoli, il degrado del territorio e degli effetti della siccità innescati dalla desertificazione, che costituiscono un pericolo per la possibilità di garantire il nostro futuro comune».

In Italia si svolgono alcune iniziative: a Torino l’Istituto europeo di design, ha organizzato un´esposizione di foto sulla desertificazione, a Palermo e all´università della Calabria si tengono incontri e conferenze sul tema, a Roma, saranno presentati dati e attività per contrastare la desertificazione. Il Wdcd è stato festeggiato per la prima volta nel 1995 per promuovere la sensibilizzazione dell´opinione pubblica sulla necessità di una cooperazione internazionale per lottare contro la desertificazione e gli effetti della siccità e l´attuazione della Convenzione Unccd.

In sempre più Paesi la desertificazione è sempre più, allo stesso tempo, la causa e la conseguenza della povertà e diventa subito sinonimo di fame. L’Unccd la definisce come «Il degrado dei suoli nelle zone aride, semi-aride e sub-umide secche». Si produce quando i suoli diventano “fragili”, la copertura vegetale diminuisce e il clima diventa inospitale. Un terzo elle terre emerse circa 4 miliardi di ettari è minacciato dall’espansione dei deserti e da siccità devastanti, ben il 47% ha subito un processo di inaridimento. Le aree interessate da fenomeni di desertificazione sono abitate da un quinto della popolazione mondiale e tra queste ci sono vaste aree di Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, in tutto il 21% del territorio italiano nazionale è a rischio di desertificazione.

Si tratta forse della prova più visibile che i cambiamenti climatici sono già in atto e non solo nei Paesi sfortunati ai quali la desertificazione costa ogni circa un milione di profughi ambientali, visto che il fenomeno colpisce con le sue conseguenze un miliardo di persone e ne minaccia direttamente e duramente 250 milioni in più di 100 Paesi. Secondo l´Unccd la prima iniziativa da intraprendere è quella dell’approvazione di un “protocollo contro la sete” per fornire a ogni essere umano almeno 45 litri di acqua al giorno. Le principali cause della desertificazione sono le siccità sempre e le attività umane insostenibili in terreni marginali o già fragili, in particolare agricoltura e pastorizia.

Tra i continenti quello messo peggio è l’Africa con il 73% delle terre aride coltivate a grave rischio desertificazione, un dramma che potrebbe riversarsi sulle coste nordafricane ed in Europa se entro il 2020 non si troveranno soluzioni adeguate per fornire mezzi di sussistenza a 60 milioni di persone che vivono nelle zone in rapida desertificazione dell´Africa Sub-sahariana.

La Banca mondiale stima che 485 milioni di africani, il 65% della popolazione del continente, sia già colpita dal degrado dei suoli e che almeno 500 milioni di ettari di copertura vegetale sia in degrado moderato, forte o estremo. L’11% dei suoli africani, 332 milioni di ettari sono terre aride, spesso a causa delle attività antropiche.

Il costo del degrado dei suoli attribuibile alle deforestazione è in Madagascar é di 290 milioni di dollari, il 15% del suo Pil. Il costo annuale dell’erosione in Uganda è tra i 132 e i 396 milioni di dollari. In Ghana la siccità costa ogni anno una riduzione del 2, 9% del livello di produzione agricola a causa dell’erosione dei suoli e della perdita di nutrienti, più o meno il 5% del Pil agricolo del Paese. Ogni anno l’Etiopia perde 106 milioni di dollari in sostanze nutrienti che degrado e siccità erodono dalle aree agricole , in tutto la perdita di Pil agricolo arriva al 3%, cioè 139 milioni di dollari. Ma all’Etiopia in totale la desertificazione costa molto di più: 332 - 355 milioni, il 10 – 11% del Pil. Non va molto meglio nel piccolo Malawi 67 - 78 milioni e meno 9,5 – 11% Pil e in Mali 58 - 68 milioni e 5,5 – 6,5 Pil .

Il fenomeno sta diventando più che preoccupante per la sicurezza e l’economia planetaria, per questo anche la Banca mondiale sta intervenendo con finanziamenti per lo sviluppo sostenibile nell’ Africa sub-sahariana che puntano alla lotta alla siccità ed alla gestione delle risorse idriche.

In particolare l’attenzione della Banca è appuntata sui progetti di TerrAfrica che puntano ad un utilizzo sostenibile dei suoli. Nell’Africa sub-sahariana, TerrAfrica ha mobilitato 150 milioni di dollari in fondi e prevede di poterne sfruttare un altro miliardo per combattere la desertificazione attraverso una collaborazione con i governi africani per sostenere e sviluppare il Country Strategic Investment Frameworks, finalizzato a integrare le strategie e programmi per affrontare il cambiamento climatico integrandoli all´interno delle politiche e dei programmi nazionali di sviluppo.

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