[19/06/2009] Consumo

Gelato al cioccolato dolce e un po´...ogm

LIVORNO. Si dice che in Giappone esistano strani gusti di gelato: alla lumaca, alla salsa di soia, al curry indiano, alla zuppa di miso. In Europa invece oltre alla varietà di gusti avremo anche il gelato che non si squaglia. Dopo il via libera della Commissione europea, potrà infatti essere commercializzato nei paesi dell’Unione un nuovo prodotto della Unilever, contenente la proteina sintetica ISP derivata da un lievito geneticamente modificato, che, secondo la multinazionale, lo farà sciogliere meno facilmente e lo renderà più dietetico. E non sarà possibile distinguerlo dagli altri gelati in commercio, perché la Commissione non ha tenuto conto nemmeno del parere dell´ente preposto all´approvazione dei “novel foods” (Acnfp) che ne aveva proposto l’etichettatura come prodotto Ogm. Quindi sui gelati confezionati all’elenco degli ingredienti sarà semplicemente aggiunta la proteina Isp (in quantità massima dello 0,01%), ben poca garanzia per i consumatori, che difficilmente sapranno che questa “proteina strutturante del ghiaccio” (del tipo III Hplc 12) è ottenuta attraverso tecniche di manipolazione genetica.

Unilever difende naturalmente la sicurezza del proprio ritrovato sostenendo che il lievito transgenico viene rimosso nel prodotto finale, ma questo non rassicura la Fondazione dei diritti genetici che sottolinea che «già nel 2006 gli scienziati indipendenti dell´ Indipendent Science Panel (ISP) avevano dimostrato che la proteina della Unilever costituisce un allergene, proprio per la sua derivazione da lieviti Ogm».

E fa scoppiare la rivolta di Coldiretti, che ricorda l’avvesrione dei cittadini italiani ai cibi ogm (3 su 4) e avverte del rischio di procedere ad «un vero attentato che mette a rischio la credibilità e l´immagine generale del Made in Italy nel mondo dove le esportazioni di gelato sono aumentate del 43% in valore nel primo mese del 2009 dopo che nel 2008 le spedizioni all´estero hanno sfiorato per la prima volta i 200 milioni di euro».

Unilever assicura che la presenza di questa proteina oltre a far sciogliere meno facilmente il gelato lo renderà anche più dietetico. In che senso non è dato sapere. A meno che non si voglia giustificare una scelta che sa prettamente di marketing anche con una motivazione di natura più salutistica, sulla quale ci sarebbe comunque molto da discutere. Alla fine, al solito, l’unico vantaggio sarà per la multinazionale, o forse per qualche mamma che avrà qualche maglietta in meno da lavare.

L’attivismo della Commissione verso i prodotti ogm non sembra comunque visto tanto di buon occhio da molti paesi dell’Unione, che sono tornati a chiedere di poter vietare la coltivazione di Ogm sul proprio territorio.

L’iniziativa, partita dalla Repubblica federale dell’Austria e sottoscritta, fra gli altri, da Bulgaria, Cipro, Grecia, Olanda, Ungheria, è la richiesta che la libertà dei singoli stati di poter scegliere la via della precauzione sugli organismi geneticamente modificati sia posta all’attenzione del prossimo Consiglio dei Ministri dell’Ambiente Ue del 25 giugno.

Un’iniziativa che «va nella direzione giusta» commenta la Fondazione Diritti Genetici che sottolinea che «Già da tempo si avvertivano segnali positivi in questo senso». «Lo scorso marzo – ricorda la Fondazione – i paesi dell’Unione bocciarono la richiesta della Commissione di porre fine al bando del mais transgenico Mon810 in Austria e Ungheria. Soltanto 4 paesi su 27 si schierarono con l’Esecutivo di Bruxelles, e anche la Spagna, uno dei paesi in cui viene coltivato il mais transgenico, votò contro. Lo scorso dicembre, invece, lo stesso Consiglio dei Ministri dell’Ambiente Ue sancì la possibilità per gli stati membri di definire aree ogm-free».

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