[19/06/2009] Parchi

L´analisi economica della caccia alle balena fotografa un´attività in perdita

LIVORNO. L’attività contro la caccia alla balene, ha aggiunto un altro punto a suo favore.
Una prima analisi economica della caccia alla balena, commissionata dal Wwf e dalla Wdcs, la (Whale and dolphin conservation society) mostra che i governi di Norvegia e Giappone stanno usando i soldi dei contribuenti per sovvenzionare le loro poco redditizie industrie baleniere.

Lo studio ´´Economia e Sussidi alla caccia alla balena´´, realizzata per conto delle due associazioni da economisti indipendenti, è stata presentata alla vigilia dell´International whaling commission che si riunirà a Madeira dal 22 al 26 giugno e dimostra che l´uccisione delle balene verosimilmente non sarà mai un´attività redditizia proficua senza il supporto di ingenti contributi pubblici.

«In questo periodo di crisi economica globale - ha dichiarato Massimiliano Rocco, responsabile Specie e traffic del Wwf Italia- l´utilizzo di preziosi soldi derivati dalle tasse per sostenere un´industria che di base è economicamente insostenibile, non può essere considerato un utilizzo strategico, sostenibile e nemmeno appropriato di fondi governativi già limitati».

Lo studio considera i costi diretti e indiretti associati alla caccia alle balene, oltre che la produzione e la commercializzazione dei prodotti derivati. Le conclusioni portano ad affermare i ricercatori che questi costi, uniti a una richiesta sempre minore di carne di balena e al rischio di impatti negativi come il boicottaggio del commercio in generale o del turismo da parte della comunità internazionale, fanno sì che la caccia alle balene difficilmente possa portare benefici alle economie nazionali e ancor meno ai contribuenti.

La Norvegia dal 1992 ha speso più di 4,9 milioni di dollari per campagne di informazione, pubbliche relazioni e azioni di lobby per cercare, ove possibile, di raccogliere quel supporto all´industria della caccia alla balena e alla foca non così facile da ottenere. E i sussidi erogati all´industria baleniera sono stati pari alla metà del valore lordo di tutta la carne di balena commercializzata dalla nazionale Rafisklaget, l´organizzazione commerciale dei pescatori norvegesi.

Stessa cosa in Giappone, dove anche lì si è fatto lo stesso uso del denaro dei contribuenti. Dal 1988 ad oggi, i sussidi dati al settore della caccia alla balena ammontano a 164 milioni di dollari e solo nella stagione 2008-2009, l´industria baleniera giapponese, ha avuto bisogno di almeno 12 milioni di dollari come contributi governativi per andare in pari nei bilanci.
Tanto vale per bollare l’industria baleniera davvero come poco ´sostenibile´.

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