[19/06/2009] Parchi

Foca monaca al Giglio. Realacci: «Cosa intende fare il ministro dell’ambiente?»

LIVORNO. Dopo il clamore sollevato dall’avvistamento di un esemplare di foca monaca al Giglio, sulla questione interviene il responsabile ambiente del Partito democratico, Ermete Realacci, che annuncia una interrogazione parlamentare al ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo, già redatta e inviata.

«Lo scorso 7 giugno è stato segnalato nelle acque dell’Isola del Giglio un esemplare di foca monaca – dice il parlamentare democratico - L’avvistamento è corredato anche da una documentazione fotografica. Si tratta di un evento eccezionale nei nostri mari oltreché di straordinaria importanza scientifica dal momento che la foca monaca è una specie considerata estinta dai mari italiani. Nonostante la rilevanza del fatto, non ci risulta che dal ministero dell’ambiente, come sarebbe invece opportuno, sia stata intrapresa alcuna azione di indagine, per verificare la consistenza della segnalazione e predisporre le necessarie azioni di prevenzione e tutela».

«Un avvistamento eccezionale come quello del Giglio, così vicino ad una costa abitata è un segnale positivo che potrebbe confermare la bontà della protezione marina intorno alle isole minori dell’Arcipelago toscano. Per questo si chiede al Ministro se non intenda come richiedono ben tre leggi dello Stato, e come l’Unione europea ci invita a realizzare al più tardi entro il 2012, avviare l’iter istitutivo dell’area marina protetta nell’Arcipelago Toscano».

«Si tratterebbe inoltre di un’azione in linea con gli impegni internazionali presi dell’Italia per la protezione del mare e della sua biodiversità e confermati al recente G8 di Siracusa con l’approvazione della “Carta di Siracusa” proposta dallo stesso Ministero dell’Ambiente».

Nella sua interrogazione Realacci ricorda che «la Foca monaca viveva fino agli anni ´60 anche in alcune isole dell´Arcipelago Toscano (sono molte le cale che si chiamano del bue o bove o vacca marini, come veniva chiamata la foca) e ne frequentava i mari, ma quasi certamente oggi non si riproduce più nelle isole toscane. Negli anni, tuttavia, sporadicamente sono avvistati alcuni esemplari, probabilmente giovani erratici. Sebbene la foca monaca sia un animale ormai raro e protetto internazionalmente, rimane il più minacciato dei mammiferi marini. Nonostante la presenza di numerosi dati scientifici, le leggi di protezione dei singoli Stati, oltre alle norme internazionali, la perdita di esemplari non si arresta».

L’esponente del Pd sottolinea l’importanza come indicatore biologico del raro mammifero marino e che la convivenza tra questi aniu imali e l’uomo è non solo possibile, ma rappresenta oggi un motivo di sviuppo economico: «nel Mediterraneo esistono “isole felici” in cui la presenza della foca monaca , da “disturbo” per i pescatori si è trasformata in risorsa economica: ad Alonissos, in Grecia, la riserva marina di tutela per questi pinnipedi è vitale per il turismo e per la piccola pesca costiera e gli animali si stanno re-insediando in altre isole ed anche nei pressi di coste abitate».

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