[23/06/2009] Comunicati

Greenpeace rompe il silenzio intorno al Major economy forum in Messico

LIVORNO. Il Major economy forum (Mef) voluto da Barack Obama sembrava essere una grande novità, ma la riunione dei ministri dell’ambiente dei Paesi maggiori inquinatori del pianeta in corso da ieri a Cuernavaca, in Messico, sta passando praticamente sotto silenzio, eppure è stato convocato per capire come accelerare il lavoro per raggiungere un accordo sul cambiamento climatico a Copenhagen a dicembre per il post-Kyoto nel 2012. La terza riunione del Mef giunge in pieno stallo dei negoziati sul clima, certificato dai 12 giorni di colloqui a vuoto dei Climate change talks di Bonn. A Cuernavaca i ministri dell’ambiente del Mef si trovano sul tavolo la patata bollente delle richieste dei Paesi in via di sviluppo (compresi quelli “pesanti” che partecipano al Mef come Cina, India, Brasile, Sudafrica, Messico e Indonesia) che chiedono entro il 2020 ai Paesi ricchi tagli di CO2 del 40% rispetto ai livelli del 1990.

Al Mef messicano partecipano come osservatori Emirati Arabi Uniti, Norvegia e Spagna. L’incontro dovrebbe concludersi con un accordo sulla proposta messicana di un “Green found” per la lotta ai cambiamenti climatici da finanziare a livello internazionale con miliardi di dollari provenienti dai vari governi in base ad una formula che tiene conto sia del Pil nazionale che delle emissioni di gas serra.

Secondo Greenpeace Mexico, che ha accolto i delegati del Mef con uno striscione gigante di 192 m2 sotto il Puente 2000 di Cuernavaca con su scritto “Save the climate, act now!”, sono i Paesi Mef membri del G8 quelli che devono assmersi le maggiori responsabilità sul cambiamento climatico ed impegnarsi a ridurre le loro emissioni di almeno il 40% per il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Delle 17 nazioni che fanno parte del Mef quelle del G8 emettono da sole il 50% delle emissioni globali, ma hanno solo il 13% della popolazione del mondo.

«Questi Paesi sono i principali responsabili del cambiamento climatico ed é per questo che é indispensabile che assumano la leadership per arrivare ad un nuovo accordo sulla riduzione delle emissioni che sia giusto, globale e differenziato» dice Greenpeace. Tra i Paesi del Mef gli Usa sono non solo ancora l’economia più importante, ma secondo gli ambientalisti rimangono ancora davanti alla Cina come maggior Paese emettitore di gas serra con il 25,70% del totale mondiale.

Per Daniel Kessler, di Greenpeace Usa, «Come uno dei più grandi inquinatori del mondo, gli Stati Uniti devono giocare un ruolo leader nel processo dei negoziati internazionali sul cambiamento climatico. Solo se si assumono la loro responsabilità ed esercitano la loro leadership si potrà giungere ad un accordo globale che mantenga l’aumento della temperatura il più basso possibile di due gradi centigradi. E’ necessario che il presidente Obama passi dalle parole agli atti e giudi questo camminoste».

Secondo Greenpeace Mexico il G8 per raggiungere i tagli di CO2 necessari dovrebbe investire 140 miliardi di dollari all’anno in attività di mitigazione, lotta alla deforestazione ed adattamento nei Paesi in via di sviluppo. Per Gustavo Ampugnani, di Greenpeace Internacional «Dalla riunione del Mef in Messico deve venire un compromesso fermo di questi Paesi per attaccare il cambiamento climatico con metodi aggressivi di riduzione delle emissioni nei Paesi industrializzati e finanziare le tecnologie pulite e sostenibili che permettano ai Paesi emergenti di muoversi verso un’economia a basso tenore di carbonio e resistente al cambiamento climatico. Questo é quello di cui il mondo ha bisogno per evitare un punto di non ritorno per evitare che subiamo impatti climatici irreversibili».

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