[23/06/2009] Parchi

Salvata la farfalla blu. Una storia di formiche, erba, pecore, mucche e conigli

LIVORNO. Science ha pubblicato uno studio di ricercatori che hanno scoperto le cause che hanno portato sull’orlo dell’estinzione la “farfalla blu” (Maculinea arion) e che hanno permesso agli scienziati di invertire la tendenza. I ricercatori del dipartimento di zoologia dell’università di Oxford, del Centre for Ecology and Hydrology e del Centre for Conservation Ecology and Environmental Change, School of Conservation Sciences dell’università di Bournemouth, spiegano: «Descriviamo l´inversione della tendenza al declino della Maculinea arion (Large Blue), una specie carismatica specializzata le cui larve parassitano la società delle formiche Myrmica. Le larve di M. arion sono le più specializzate tra quelle fino ad ora conosciute, per essere adattate ad una sola specie-ospite di formiche che vivono in una piccola nicchia ecologica nei pascoli. Impercettibili variazioni nei pascoli e nella vegetazione hanno causato mutamenti nella struttura delle formiche ospiti che sono state sostituite da formiche simili, ma non congeneri, questo spiega l´estinzione delle popolazioni europee di Maculinea. Una volta che questo problema è stato identificato, gli ecosistemi perturbati della Gran Bretagna sono stati individuati, attraverso modelli di previsione convalidati abbiamo previsto il recupero e la successiva ripresa della dinamica della farfalla in 78 siti. Il successo dell’identificazione e dell´inversione del problema costituisce un successo paradigmatico per altri progetti per la conservazione di insetti».

Il parassitismo delle formiche avviene così: «Le farfalle femmine depongono le loro uova sui fiori di timo. Allo schiudersi delle uova i bruchi cadono eventualmente a terra dove secernono delle sostanze chimiche che attraggono le formiche che li scambiano per larve di formica. Le formiche trasportano poi i bruchi all´interno del formicaio e li accudiscono per ben dieci mesi. All´inizio di giugno i bruchi si trasformano in crisalidi in prossimità dell´entrata della colonia e dopo due settimane appaiono in superficie come farfalle».

Il problema principale è che l´erba dell´habitat delle farfalle era cresciuta troppo perché il bestiame non veniva più portato al pascolo ed un’infezione virale negli anni 50 aveva sterminato i conigli selvatici. Con l’erba troppo alta la temperatura al suolo è diminuita e con lei anche la popolazione di formiche temperatura del suolo diminuì e con essa anche la popolazione di formiche Myrmica e poi le farfalle blu. «La farfalla blu è diventata una delle tre specie di farfalle individuate nel 1974 come punti di riferimento mondiali per la conservazione delle farfalle – spiegano i ricercatori - Nonostante fosse oggetto della più lunga iniziativa di conservazione, nel 1979 la specie venne considerata estinta nel Regno Unito. Già a partire dal 1931 furono fatti degli sforzi tesi a proteggere questa specie, attraverso la creazione di recinti per impedire l´accesso dei cacciatori di farfalle al loro habitat. Sfortunatamente però, questo ebbe anche l´effetto di escludere gli erbivori che contribuivano a mantenere parte dell´habitat ideale della farfalla blu».

J. A. Thomas, dell’Università di Oxford spiega che «La dipendenza vitale della farfalla dalle formiche non era stata valutata a fondo fino a poco tempo fa. Gli esseri umani sono molto più grandi degli insetti; per noi è perciò molto difficile concepire che un cambiamento dell´habitat quasi impercepibile possa avere conseguenze così devastanti per una specie particolare e meravigliosa come la grande farfalla blu. La differenza di un centimetro dell´altezza dell´erba può variare la temperatura del suolo di 2 o 3 gradi centigradi. Per una creatura delle dimensioni di una formica o di una farfalla ciò può rappresentare un cambiamento enorme».

Dal 1983 in poi il team britannico ha iniziato a introdurre la farfalla blu negli habitat ripristinati. Nel 2008 le colonie di farfalle erano notevolmente più grandi e più numerose di quanto non fossero negli anni cinquanta. Secondo lo studio, «in altri paesi si sta oggi applicando una gestione efficace ma su scala minore basata sui risultati ottenuti nel Regno Unito, e nella graduatoria mondiale la Maculinea arion è passata dalla categoria "vulnerabile" a quella "quasi minacciata". E’ auspicabile un approccio comune per la conservazione delle specie. Dal momento che nei siti del Regno Unito, seguendo la gestione applicata per la Maculinea arion, è aumentato il numero di molte altre specie minacciate, riteniamo che una riuscita conservazione, basata sulla specie e attraverso un approccio comune, rappresentino vie diverse per raggiungere la stessa meta».

I successi raggiunti sono anche il frutto del progetto "Maculinea butterflies of the habitats directive and European red list as indicators and tools for habitat conservation and management" (Macman), finanziato con 3 milioni di euro dall’Ue nell´ambito dell´area tematica "Energia, ambiente e sviluppo sostenibile" del Quinto programma quadro (5° PQ), per analizzare il ruolo di cinque specie di farfalle europee gravemente minacciate di estinzione, in quanto indicatori della biodiversità dei pascoli.

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