[25/06/2009] Parchi

Lipu, completato un primo studio sulle Iba marine in Italia

FIRENZE. La Lipu-BirdLife Italia ha reso noti i primi dati del progetto sulle aree marine italiane più significative per l’avifauna, svolto per conto del Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare. Il lavoro è stato attuato nel 2008 in collaborazione con l’associazione portoghese Spea (partner in Portogallo di BirdLife International) nell’ambito del progetto mondiale di BirdLife International sulle “Iba” (Important bird area) marine, ed ha visto impegnati decine di rilevatori dal bordo di traghetti o imbarcazioni, che hanno monitorato (con il metodo del “transetto”) quasi 12mila chilometri di mare: 58 le specie di uccelli incontrate, di cui 22 marine, oltre a quattro specie di cetacei (Balenottera comune, Grampo, Stenella, Tursiope) e la Tartaruga marina comune (Caretta caretta). Numerosi i “paradisi” per gli uccelli che sono stati studiati durante la ricerca: Linosa, il Golfo di Orosei, l’isola di Tavolara e l’arcipelago della Maddalena (Sardegna), le isole Lampedusa e le Egadi (Sicilia), l’arcipelago delle Tremiti, in Puglia «tutte aree marine ad alto tasso di biodiversità fondamentali per la riproduzione e l’alimentazione di numerose specie, come la Berta maggiore, la Berta minore, il Marangone dal ciuffo e alcune specie di gabbiani come il Gabbiano corso, il Gabbiano roseo e il Gabbiano corallino e- sottolineano dalla Lipu -pur essendo presenti in Italia 56 Zone di protezione speciale (Zps) al cui interno vivono colonie di uccelli marini, le specie pelagiche (che vivono soprattutto in mare aperto), come le berte, frequentano aree a tutt’oggi prive di tutela».

A proposito di questa specie, grazie ad un dispositivo elettronico, applicato sul dorso di un esemplare di Berta maggiore per seguirne i movimenti sia sulla terraferma che in mare aperto, è stato registrato un viaggio record: 1.350 chilometri percorsi in sei giorni, tra l’isola di Linosa, in Sicilia, e la costa libica, alla ricerca di cibo. L’esemplare fa parte della più grande colonia italiana di Berta maggiore (la seconda nel Mediterraneo), quella dell’isola di Linosa, formata da 10mila coppie, due terzi di quelle nidificanti in Italia. Dalla costa di Linosa, dove gli uccelli sono impegnati già da fine maggio nella cova delle uova, fino all’involo dei piccoli che avviene a inizio settembre, gli uccelli si spostano infatti verso il mare aperto alla ricerca di cibo: sono stati 729 gli esemplari inanellati durante i tre mesi e mezzo di studio, e 79 gli esemplari di Berta maggiore ai quali sono stati applicati sul dorso dispositivi per la telemetria che e hanno permesso di registrarne la posizione. «Il progetto svolto – dichiara Giorgia Gaibani, responsabile Iba e Rete Natura 2000 della Lipu e coordinatrice del progetto – rappresenta un primo contributo per una maggiore conoscenza delle aree marine più rilevanti per gli uccelli. Ora serve proseguire lo studio con nuovi dati e definire un quadro più preciso della situazione». Tutti i dati raccolti durante il progetto, sia quelli ottenuti dai conteggi dalla costa e da imbarcazione che dalla telemetria, sono stati cartografati e inseriti su Gis, in modo da creare una sorta di data base che raccoglie tutte le informazioni per ogni specie di uccelli esaminate.

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