[01/07/2009] Parchi

La Croce rossa: proteggere lo Zambesi per proteggere gli uomini

LIVORNO. La Federazione internazionale della Croce Rossa – Mezzaluna Rossa (Ficr) ha lanciato un’iniziativa da 8 milioni di dollari con l’obiettivo di rafforzare la resilienza alle catastrofi di 600.000 persone che vivono lungo il fiume Zambesi, che scorre in 7 Paesi dell’Africa australe.

Lo Zambesi è il quarto fiume dell’Africa, è lungo 2.574 chilometri e circa l’80% dei 32 milioni di abitanti che vivono nel suo fertile bacino idrografico dipendono dalla pesca e dall’agricoltura per la loro sopravvivenza.

Farid Abdulkadir, coordinatore della gestione delle catastrofi per la Ficr in Africa australe, spiega che la Zambezi river bassin initiative (Zbi) è stata avviata per reagire «al forte aumento del numero di alluvioni lungo il bacino».

Lo Zambesi e i suoi affluenti sono stati sempre soggetti ad alluvioni occasionali, ma con i cambiamenti climatici in corso e l’accentuato deterioramento dei suoli « Questi avvenimenti sono oggi delle crisi annuali per numerose comunità, che si ritrovano così in un ciclo quasi perpetuo di catastrofi, di sfollamento e ristabilimento - sottolinea Abdulkadir - L’iniziativa per lo Zambesi punta a rompere questo ciclo; ad aiutare le comunità a prepararsi a far fronte a queste catastrofi e ad incoraggiarle a prendere iniziative per ridurre le conseguenze devastatrici che esse hanno sulla loro vita». Insomma, la Croce Rossa adatta alle catastrofi il detto meglio prevenire che curare.

Nel quadro della Zbi, un programma collettivo condotto dalle Croci Rosse di Angola, Botswana, Malawi, Mozambico, Namibia, Zambia e Zimbabwe, le iniziative di riduzione dei rischi saranno svolte insieme ad altre attività nei settori della sicurezza alimentare, della salute, della prevenzione dell’Aids e del rafforzamento delle capacità delle comunità locali.

L’iniziativa punta essenzialmente ad aiutare la comunità ad adattarsi ai cambiamenti climatici attraverso tecniche agricole basate sulla salvaguardia dell’ambiente e dei suoli, su nuove tecnologie di captazione dell’acqua e sulla riforestazione.

L´Agenzia Usa per l’aiuto allo sviluppo (Usaid) ha stanziato un milione di dollari per il progetto e il suo consigliere per l’Africa australe, Harlan Hale, spiega che «E’ semplicemente una questione di buon senso: siamo ancora e sempre impegnati ad intervenire in caso di catastrofe, ma noi vorremmo anche impegnarci, in ugual misura, a contribuire alla prevenzione e all’attenuazione di queste catastrofi».

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