[01/07/2009] Urbanistica

Le Regione propone una legge sul rischio sismico

FIRENZE. In queste ore in cui la Toscana è stata duramente colpita da un incidente di cui al momento è difficile attribuire le responsabilità, ancora una volta viene rimarcato da molti, come manutenzione e prevenzione devono essere attività ordinarie. Se necessario supportate da normativa specifica. In questo contesto riportando la memoria a quanto accaduto qualche tempo fa in Abruzzo, la Regione Toscana ha pensato di istruire una legge per la prevenzione del rischio sismico nel suo territorio di competenza «una serie di attività volte a ridurre il livello del rischio e dei danni attesi sul patrimonio edilizio, infrastrutturale e sulla popolazione al verificarsi degli eventi sismici» ha specificato l’assessore alla difesa del suolo, Marco Betti, nel suo intervento in aula sul documento preliminare alla proposta di legge.

L’obiettivo della legge è ottenere una maggiore sicurezza di persone e cose, attraverso l’incremento dei livelli di conoscenza del sottosuolo dei principali centri urbani e dei materiali degli edifici di proprietà pubblica. Quindi indispensabile sarà l’attività di studio, ricerca e programmazione (utile anche all’elaborazione di standard tecnici per i piani di rischio).

La priorità di intervento spetterà ai comuni a maggior rischio e agli edifici pubblici strategici e rilevanti. Si potrà poi prevedere l’estensione dei benefici per interventi di prevenzione sismica anche ai privati (per il miglioramento della sicurezza del patrimonio edilizio), ad integrazione di eventuali risorse economiche stanziate dalla protezione civile. «Le azioni previste- ha chiarito Betti- si collocheranno all’interno del Piano regionale di azione ambientale (Praa), e l’attuazione degli interventi sarà rimessa a documenti annuali approvati dalla Giunta regionale (che specificheranno obiettivi, modalità di intervento e risorse finanziarie). Attualmente è prevista una copertura di 2.152.000 euro a partire dal 2010, e cui si aggiungono 263.000 euro di ulteriori spese regionali».

La proposta di legge è stata accolta con favore dai banchi della maggioranza, anche se è stato rimarcato che le risorse economiche non sono sufficienti perché il governo non ha fatto la sua parte. Secondo Erasmo D’Angelis, Pd, presidente della commissione Territorio e ambiente è urgente fare in fretta nel mettere in sicurezza il patrimonio pubblico e privato della nostra regione nella quale si contano oltre 1400 edifici strategici.

«A monitoraggio concluso- ha aggiunto D’angelis- devono iniziare i lavori in circa mille di questi posti: servono 441 milioni di euro per la messa in sicurezza. La Regione però deve fare i conti con difficoltà finanziarie importanti, e occorre ottenere una risposta da parte del Governo, perché le risorse vanno ricavate dalle manovre finanziarie nazionali».

Poi il presidente della Commissione territorio e ambiente ha richiamato l’importanza della formazione ed informazione: «nel rispetto dell’autonomia scolastica occorrerebbe inserire nelle scuole un’ora a settimana di educazione di rischio, anche per avere coscienza di ciò che si deve fare in caso di emergenza».

Per Fabio Roggiolani (Verdi) che ha definito ridicolo il finanziamento che il Governo nazionale mette a disposizione per gli interventi in materia, deve essere chiaro che «è impensabile che le ristrutturazioni del patrimonio edilizio privato possano essere finanziate dalle casse pubbliche. La Regione, però, può incentivare questi interventi magari sostenendo i cittadini per le spese di indagine e di progettazione».

Roggiolani, per incentivare al massimo i lavori di messa in sicurezza, ha chiesto che la proposta di legge renda obbligatorio che gli atti di compravendita delle abitazioni siano accompagnati dalla certificazione energetica e dalla certificazione antisismica, mentre Monica Sgherri (Rc) ha chiesto che si ponga la massima attenzione al sistema dei controlli «perché l’autocertificazione finisce, spesso, per lasciarci con il fianco scoperto e, quindi, esposti ai rischi che vorremmo evitare».

Dall’opposizione pur condividendo i principi ispiratori della legge si punta il dito sull’esiguità delle risorse che la dovrebbero sostenere. «Una proposta di legge condivisibile per gli obiettivi che si pone ma sostenuta da risorse economiche ridicole rispetto agli investimenti necessari – sottolinea Andrea Agresti (An-Pdl)- Si afferma che servono interventi di adeguamento strutturale su oltre mille edifici strategici ma si mettono in campo solo 2,5 milioni di euro per il 2010. Con questa cifra si possono ristrutturare due edifici. Per completare i lavori su mille edifici, a questo ritmo, servirebbero 500 anni».

Nella replica conclusiva l’assessore Betti ha dato subito una risposta ad Agresti: «Prendo nota delle osservazioni sollevate sulle risorse a disposizione. Gli investimenti fatti finora sono stati possibili con finanziamenti statali e europei. E così dovremo fare in futuro, perché è lo Stato che riscuote le imposte e che destina alle Regioni i finanziamenti».

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