[02/07/2009] Parchi

Il parco dell’Arcipelago non lasciamolo ai beceri verdi ‘padani’

PISA. Le polemiche sul parco dell’Arcipelago anche prima che arrivasse Mario Tozzi (Nella foto) raramente si erano svolte all’insegna di quel rispetto reciproco che deve caratterizzare almeno il confronto istituzionale. E, infatti, discutere in questi anni non è stato facile e ancor meno lo è stato trovare ragionevoli intese in grado di evitare la paralisi di una istituzione – sì una istituzione - a cui la legge dello stato - non una bocciofila - assegna precisi e importanti compiti ( e un po’ meno soldi).

Ma con l’arrivo dei leghisti siamo ormai al becerismo provocatorio, all’insulto, alle ronde politico-ideologiche da cui credo sia interesse di tutti -.alleati compresi - prendere le distanze. Ai parchi come agli immigrati non sanno riservare nulla di meglio.

Se vogliamo però uscire da questo che rischia di diventare un pantano dobbiamo intenderci su cosa
dobbiamo discutere, come e dove.

Altrimenti come Bertoldo diremo sempre che quello non l’albero giusto per impiccarsi. Noi dobbiamo ‘semplicemente’ dire se le finalità dei parchi - compreso ovviamente quello dell’Arcipelago - previste dalle leggi sono giuste e no, vanno perseguite o no. Poi si possono andare a vedere anche le esperienze di paesi a noi più o meno vicini senza però furbizie dalle gambe corte. Legambiente ha risposto bene a chi ha citato i parchi francesi per dire che quelli non sono come i nostri carichi di vincoli. Ora, i parchi francesi a differenza dei nostri gestiscono in maniera integrata terra e mare. Questa è la prima importantissima differenza dovuta non a leggi diverse (che in parte lo sono) ma a politiche diverse.

La vacanza all’estero dà torto e non ragione a chi anche per l’Arcipelago a Roma e altrove continua a pensare che a mare le cose devono andare diversamente che a terra tanto che non si riesce a combinare granché dando corda così anche a quelli che sugli errori e i ritardi ci campano e ci sguazzano beceri e contenti.

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