[02/07/2009] Comunicati

Non c´è sviluppo senza sostenibilità: l´assemblea di Confindustria Livorno si scopre verde

LIVORNO. Domani il teatro Goldoni di Livorno ospiterà l´assemblea generale di Confindustria Livorno alla presenza del presidente nazionale Emma Marcegaglia, del ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli e dell´assessore pari delega della Tosxcana Riccardo Conti. A fare gli onori di casa il presidente di Confindustria Livorno Andrea Gemignani al quale abbhiamo rivolto alcune domande.

Lei dice, nell’intervista rilascia al Sole24Ore Centro Nord, che è necessario consolidare e sostenere la forte caratterizzazione industriale del territorio livornese. Crede che sarebbe utile cercare in questo anche di dare un orientamento di maggiore sostenibilità ambientale alle imprese presenti?
«L’ambiente, insieme alla sicurezza, è uno dei temi centrali del mio mandato. Come più volte ho affermato, non può esserci uno sviluppo sostenibile senza il dovuto rispetto del diritto di ogni individuo alla protezione di sé stesso e dell’ambiente che lo circonda. Oggi non è più proponibile produrre senza il rispetto dell’ambiente, né è accettabile mettere a rischio l’incolumità delle persone nei luoghi di lavoro.
In questo anno gli impegni dell’Associazione su questo tema sono stati diretti sia verso l’assistenza alle aziende associate, sia su alcune importanti criticità affrontate sul piano istituzionale: Siti di interesse nazionale di Livorno e Piombino; lo smaltimento dei rifiuti speciali; l’utilizzo delle risorse idriche, le emissioni, le autorizzazioni integrate ambientali.
Un’attenzione particolare è stata riservata al regolamento Reach sulle sostanze chimiche. Abbiamo attivato uno specifico progetto atto a supportare le aziende, per favorire la conoscenza generale della normativa, gli obblighi, le priorità degli adempimenti per consentire loro di operare le scelte migliori.
Sono convinto che investire nell’ambiente possa essere senza dubbio un volano anche per la crescita economica».

In questo rilancio industriale ci può essere la possibilità offerta anche dalla nuova direttiva (che dà un significato giuridico di sottoprodotti e materie prime seconde) di trasformare, almeno in parte, il problema della grande quantità di rifiuti prodotti in una risorsa, ovvero, nell´investire in attività di recupero direttamente sul territorio come è successo con la piattaforma Tap?
«Abbiamo dedicato alla questione rifiuti l’assemblea dello scorso anno, proprio perché si tratta di una problematica persistente da anni e in continua ascesa.
Abbiamo sempre sostenuto che i rifiuti da problema possono e devono diventare una risorsa. E´ chiaro che perché ciò avvenga è necessario produrre azioni concrete che superino la barriera spesso ideologica del "no" a prescindere. La nostra provincia ha bisogno di impianti di smaltimento e di valorizzazione dei rifiuti in particolare per gli speciali. E´ indispensabile operare in tal senso con processi autorizzativi rapidi ed efficaci.

Che cosa ne pensa di quanto è accaduto alla Lonzi?
«Ritengo il caso emblematico: quante volte abbiamo sollecitato una pianificazione urbanistica ed economica fortemente innovativa, al fine di evitare situazioni distoniche sotto il profilo urbanistico, infrastrutturale ed anche sociale. E’ anche per questi motivi che nei nostri contatti istituzionali raccomandiamo alle amministrazioni locali di tenere presenti, nella pianificazione urbanistica, le esigenze del sistema produttivo correlando il tutto al tema, sempre centrale, della sicurezza.
I luttuosi avvenimenti di Viareggio confermano drammaticamente che non esiste traguardo per la prevenzione».

Per quanto riguarda, infine, l´energia, si possono anche prevedere interventi per aumentare l’efficienza e il risparmio e gli investimenti per una filiera delle rinnovabili? In sostanza che cosa pensa della green economy rilanciata più che mai in questo fase di crisi economica ed ecologica dal neo presidente Usa Barack Obama?
«Il problema dell’energia si traduce, per le imprese, in un problema di competitività, dato che in Italia gli utenti industriali pagano un costo di circa il 30% superiore alla media europea. E’ necessario, in questo ambito, coniugare la tutela dell’ambiente con una reale liberalizzazione del mercato dell’energia che passi attraverso l’incremento e la diversificazione dell’offerta energetica. Non possiamo limitarci agli aspetti ambientali connessi con questi temi e non porci il problema di soddisfare le esigenze delle attività produttive industriali, anche e soprattutto in termini di costi. La nostra associazione comunque sta lavorando per offrire servizi ed opportunità alle imprese nel campo del risparmio energetico e delle energie rinnovabili, che, come ho già accennato, possono diventare un volano di sviluppo».



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