[03/07/2009] Parchi

Caccia, l’equilibrismo di Zaia tra Orsi, Ue, la buona legge 157/91 e il ritorno dell´Infs

ROMA. Il ministro delle politiche agricole Luca Zaia (Nella foto) ha partecipato ad un´audizione alla Commissione ambiente del senato sul Disegno di modifica della legge 157/1992 sulla caccia ed ha iniziato ammettendo che per la legge 157/1992 «si evince come tale dispositivo, applicato sulla quasi totalità del nostro Paese, si caratterizzi ancor oggi per molteplici punti qualificanti. I più rilevanti sono la “caccia programmata”, l’introduzione della nozione di pianificazione faunistico venatoria e di una dinamica territoriale che si propone, oggi come allora, attraverso l’individuazione di spazi a destinazione differenziata in una rispettosa e più razionale utilizzazione delle risorse naturali. L’asse portante dell’attuale legge, da mantenere e continuare a perseguire, consiste dunque nell’evitare la casualità del prelievo venatorio, nella ridistribuzione dei cacciatori dopo la ricognizione scientifica delle risorse, nel programmare gli interventi sfruttando in modo razionale le risorse bio faunistiche rinnovabili. Importante, inoltre, sottolineare come questi obiettivi fallirebbero se a questo sforzo programmatorio e pianificatorio non contribuisse direttamente il mondo agricolo».

Tutto bene dunque? No, almeno a sentire Antonino Morabito, responsabile nazionale fauna di Legambiente: «Sostenere la validità del ddl Orsi, contro cui si è ampiamente scagliata tutta l’opinione pubblica, vuol dire consentire una lunga lista di orrori. Il governo dica subito agli italiani se dovranno ricordare l´estate 2009 per la legalizzazione della peggior strage di animali selvatici che si ricordi. Il ministro ha per altro definito la 157/92 “una buona legge”. Perché scadere allora nella caccia selvaggia? Autorizzare la caccia nel mese di agosto tra ignari turisti o armare ragazzi di sedici anni? O ancora autorizzare i cacciatori a legare le civette vive per attrarre altri piccoli uccelli a cui sparare? Sarebbe un danno gravissimo per la natura, la sicurezza dei cittadini e il settore del turismo».

Zaia infatti nell’audizione al Senato si è barcamenato tra i richiami alle direttive europee e il richiamo del sangue padano che vede nella libera caccia deregolamentata l’ultima delle frontiere meno avanzate del nostro Paese: ha infatti auspicato un rapido iter per l’approvazione del disegno di legge Orsi che, secondo agricoltori, ambientalisti e grandi associazioni venatorie, distruggerebbe proprio quella 394/91 della quale Zaia ammette la validità.

E’n anche strano che il ministro dica che le produzioni agricole sono esposte «da un lato, agli effetti dannosi di una linea di protezione ambientale troppo rigorosa, che favorisce la moltiplicazione della fauna senza controllo e, dall’altro lato, all’esercizio venatorio indiscriminato sui propri terreni. Ancora oggi, molto lavoro va fatto per far si che le colture agricole non siano sacrificate alla fauna selvatica, né danneggiate dalla pratica venatoria senza indennizzo» e poi approvi la pura deregolamentazione venatoria..

Anche sulle cause il ministro leghista ha un po’ zoppicato: «Particolarmente gravi sono i problemi causati dai cinghiali e dagli altri ungulati. I risarcimenti agli agricoltori devono essere equi e in tempi rapidi. I danni all´agricoltura causati dagli animali selvatici (soprattutto gli ungulati, specie esotiche – pappagalli - ed alloctone – nutria) diventano sempre più ingenti. Siamo nell´ordine di decine di milioni di euro l´anno. Una stima che può assumere dimensioni maggiori e certamente drammatiche per i produttori agricoli, se non si interviene con tempestività e con misure adeguate». Peccato che gran parte di queste immissioni di “nocivi” siano avvenute a scopo venatorio e che la loro gestione affidata ai cacciatori abbia finito per ampliare il problema e non per diminuirlo. Anche se Zaia dice una cosa che non farà piacere ai cacciatori, soprattutto ai cinghialai: «Infine, laddove è necessario, le autorizzazioni dei piani di abbattimento vanno decise anche in collaborazione con i proprietari e i conduttori di fondi. Laddove "necessario" significa dove è evidente che è stato inefficace il controllo selettivo ed anche i divieti di immissione sul territorio nazionale di animali, in modo che la destinazione degli animali sia sempre controllata».

Quello che ha fatto arrabbiare gli ambientalisti è altro: partendo addirittura dal documento redatto congiuntamente dalla Federazione europea della caccia e da BirdLife International, sotto l’egida della Commissione Ue per l’applicazione della Uccelli della Ue arriva a dire che «E’ quindi giusto che anche il nostro Paese adotti, non solo formalmente, i contenuti della stessa e ne determini, anche e soprattutto con la modifica della legge 157/1992, un’applicazione coerente con l’essenza dell’avifauna migratrice, che non conosce i confini degli Stati e che quindi potrà essere prelevata secondo norme, le più omogenee possibili a livello comunitario o, meglio, di Paleartico. In questo senso, la proposta del Senatore Orsi, a sua volta sintesi di diverse proposte di modifica, rappresenta un’ottima base di partenza, in quanto semplifica l’organizzazione del sistema e tiene conto delle mutate condizioni socio strutturali che, dal 1992 ad oggi, hanno interessato il territorio, il settore agricolo, la popolazione rurale e i cacciatori».

E’ però certo una buona cosa (anche sorprendente) e segno di un ripensamento di una decisione nefasta che il governo ha preso solo un anno fa con la legge 133/2008, che il ministro ritenga opportuno «assicurare una più efficace pianificazione faunistica a livello regionale e provinciale, migliorando l’operatività dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs), che si deve raccordare con le analoghe strutture presenti a livello territoriale e, per questo, deve essere scorporato dall’Ispra, per tornare ad essere una struttura tecnico scientifica realmente “super partes”, sotto il controllo della Presidenza del Consiglio dei Ministri». Non quindi al ministero dell’Ambiente ed alla Prestigiacomo che qualche leghista vorrebbe sfrattare per consegnare tutto nelle mani di Zaia.

Poi Zaia è tornato all’equilibrismo tra Europa e Lega Nord: «In relazione a quanto sopra il Governo auspica che l’iniziativa parlamentare in corso possa avere un iter veloce migliorando alcuni aspetti che potrebbero essere oggetto di modifiche integrative del contesto di questa Commissione. In merito a ciò, nel manifestare l’interesse per il lavoro sino ad oggi svolto, il Governo si rende disponibile, qualora ne sarà ravvisata la necessità, a dare il proprio contributo costruttivo anche tramite proposte emendative rientranti nelle linee illustrate».

Torna all'archivio