[30/05/2006] Rifiuti

Rapporto europeo sui rifiuti: crescita senza sosta

BRUXELLES. Non è consolante lo stato della gestione dei rifiuti in Europa che emerge dal rapporto "The european environment. State and outlook 2005", dell´Agenzia europea per l´Ambiente. Eppure il 5° programma d´azione prevedeva entro il 2000 la stabilizzazione pro capite della produzione di rifiuti solidi urbani sulla media europea del 1985: 300 kg.

Oggi, nella maggior parte dell’Europa occidentale ha superato i 500 kg. Nel 6° programma d´azione dell’Ue non si parla più di riduzione, si auspica solo una significativa e generalizzata riduzione del volume di rifiuti con «una migliore efficienza delle risorse e una migliore gestione delle risorse e dei rifiuti ai fini del passaggio a modelli di produzione e consumo più sostenibili».

Ogni anno nell’Ue si producono circa 1,3 miliardi di tonnellate (nel 2004 in Italia 31,1 milioni), circa 40 milioni sono rifiuti pericolosi. Dal 1990 al 1995 c’è stata una crescita del 10% e nel 2020 si potrebbe raggiungere +45%. Per il rapporto le attività economiche più responsabili della crescita di rifiuti: edilizia, agricoltura, miniere, industria manifatturiera.

Anche per i rifiuti urbani si registra un aumento costante “più marcato nei 15 Paesi della Ue rispetto ai 10 Paesi annessi”. Secondo la "classifica" di Apat-Onr, nel 2002 al primo posto per la produzione di rsu c’è la Germania (52.772.000 ton, +20% rispetto al 1995), seguita da Regno Unito (35.535.000 ton, +22%), Francia (33.024.000 ton, +16%) e Italia (29.864.000 ton, +15%).

Invece, se si analizza la produzione di rifiuti urbani per abitanti, a sorpresa prima è l’ecologica l´Islanda, 1.022 kg/ab anno, seconda Cipro 709 kg. e poi Irlanda, 698; Norvegia 677; Svizzera 654; Germania 640; Paesi Bassi 615; Austria 611; Regno Unito 600; Spagna 588; Francia, 557; Italia 521.

Il ricorso alla discarica, anche se il costane diminuzione, continua ad essere la scelta di smaltimento più utilizzata ( 64,3% nel 1995, 48,9% nel 2003). Nel 2003 "sono stati smaltiti in discarica 261 kg/ab. anno (Ue-25) con un tasso medio di rifiuti conferiti pari a -11% rispetto al 1995 - si legge ancora nel Rapporto Apat Onr - mentre 92 kg/ab. anno sono stati inceneriti, con un tasso medio di incremento del 35% rispetto al 1995.

L´incenerimento dei rifiuti urbani, con o senza recupero di energia, è utilizzato in 10 Stati membri (con un minimo del 2,8% e un massimo del 53%) mentre Estonia, Grecia, Lituania e Malta non lo applicano affatto".
Esclusa la Germania, che ha ridotto dal 46% al 19,9% la quantità di rifiuti urbani conferiti in discarica dal 1995 al 2003 con un aumento dell´incenerimento di 4 punti percentuali (dal 18,2% al 22,9%), per Apat Onr il dato complessivo dimostra, "che tanto maggiore è il ricorso all´incenerimento tanto minore è il ricorso alla discarica".

La raccolta differenziata di frazione verde e scarti di alimentazione è consolidata in tutta l´Europa centrale e cresce in Italia, Spagna, Regno Unito. Tanto che nell’Ue alcuni stati membri possono raggiungere gli obiettivi di riduzione del rifiuto biodegradabile in discarica (65% entro il 2016), soprattutto dove il contributo del compostaggio domestico è notevole come in alcune aree di Austria, Danimarca Germania e Italia.

L’utilizzo del riciclo è variabilissimo in Europa con percentuali che vanno dal 2 al 32%. "Nel 2003 - il tasso medio di riciclaggio dei rifiuti domestici nell´Ue è stato del 16% - si legge nel rapporto - Tra i primi posti si collocano Germania (32%), Svezia e Norvegia (31%), Belgio (30%), Finlandia (28%), Danimarca (22%), Irlanda (18%), Francia (14%), Italia (13%), mentre ben 8 paesi sono lontani dal raggiungere il tasso del 10% (Grecia, Islanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Portogallo, Slovacchia, Ungheria)".

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