[08/07/2009] Aria

Il satellite Nasa conferma: nell’Artico ghiaccio meno spesso e meno esteso

LIVORNO. L’utilizzo del satellite della Nasa ICeSatt, ha permesso ai ricercatori di valutare per la prima volta l’effettiva ampiezza dello scioglimento dei ghiacci nell’Artico. Secondo lo studio “Thinning and volume loss of the Arctic Ocean sea ice cover: 2003–2008”, pubblicato su Geophysical Research – Oceans, tra il 2004 e il 2008 avrebbero perso 70 centimetri di spessore e la superficie dei ghiacci “pluriennali” è arretrata del 40%.

«Anche durante gli anni in cui la superficie dei ghiacci artici è rimasta stabile oppure è aumentata, lo spessore e il volume della calotta di ghiaccio hanno continuato a contrarsi, rendendo i ghiacci ancora più vulnerabili allo scioglimento che prosegue» spiega Ron Kwok, del Jet propulsion laboratori Nasa presso il California institute of technology di Pasadena, che ha diretto lo studio insieme ai suoi colleghi dell’agenzia spaziale Usa e a ricercatori dell’università di Washington che hanno analizzato i dati provenienti da IceSat che ha sorvegliato dallo spazio il bacino Artico dal 2003 al 2008.

Normalmente il ghiaccio stagionale raggiunge uno spessore di 1,8 metri, mentre il ghiaccio pluriennale è spesso in media 2,7 metri. «Pertanto – dice lo studio – in questi ultimi anni il ghiaccio artico non è riuscito a compensare le perdite occasionate dallo scioglimento estivo».

I risultati hanno dimostrato che nel periodo preso in esame lo spessore medio del ghiaccio artico si è ridotto di 17,8 centimetri all’anno, cioé 67 cm in 4 inverni. Intanto, la superficie dei ghiacci pluriannuali si é ridotta del 42% dal 2005 fino a 1,54 milioni di chilometri quadrati.

Dallo studio emerge che nel 2003 il ghiaccio pluriennale era il 62% e quello stagionale il 38% del ghiaccio marino che copre il bacino Artico, nel 2008 il rapporto si era invertito: 32% ghiaccio pluriennale e 68% per ilm sottiler ghiaccio stagionale.

Secondo gli autori dello studio «La riduzione in volume del ghiaccio nell’Artico si spiega con il riscaldamento e con delle anomalie nella circolazione dei ghiacci che hanno attivamente “disertato” il bacino tra il 2005 e il 2007».

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