[09/07/2009] Parchi

Federparchi sentita in Commissione ambiente al senato sul ddl Orsi

ROMA. La Commissione ambiente del Senato, ha voluto sentire l’opinione dei Parchi a proposito del ddl di modifica della legge sulla caccia (157/92) proposto dal senatore Orsi. Giampiero Sammuri (Nella foto), presidente di Federparchi, ha esposto una serie di questioni tecniche che devono trovare risposta ma ha esordito su una questione di metodo che poi sfocia nel merito politico: «Su un tema così complesso e delicato, serve la massima concertazione con le associazioni ambientali, agricole, venatorie, e con tutti gli altri portatori di interesse. Nonostante le difficoltà del caso, è indispensabile trovare, come è stato fatto in passato per la legge 157 o per la 394 sui parchi, una soluzione che sia il più possibile condivisa». Nel merito, Sammuri ha spiegato che la caccia non può essere confusa con il controllo faunistico: «L´attività venatoria presuppone la massima abbondanza delle specie cacciate, come nel caso di lepri e fagiani, il cui numero viene incrementato attraverso interventi di cattura e rilascio. È evidente che non si può applicare lo stesso sistema alle poche specie che creano problemi all´agricoltura e alla zootecnia, a partire dal cinghiale».

In questi casi le operazioni di controllo faunistico devono continuare ad essere svolte sotto il diretto controllo dell´ente pubblico, e quindi nel caso dei parchi «sarebbe inaccettabile che gli interventi di controllo all´interno delle aree protette potessero essere disposti dal prefetto o dal presidente della Regione, che non conoscono bene la situazione e non sono adeguatamente attrezzati. Sono piuttosto gli enti gestori, con le strutture e il personale di cui dispongono, a dover continuare a programmare e condurre le operazioni». Il massimo rappresentante di Federparchi ha poi spiegato che le aree protette non sono grandi aziende turistico-venatorie e quindi ha ribadito la ferma contrarietà dell’associazione all´introduzione della possibilità di abbattimenti a pagamento nei territori dei parchi, con l´assegnazione dei capi abbattuti al cacciatore. A termine del suo intervento, Sammuri ha sollevato due temi cruciali per la salute della fauna selvatica, sui quali la normativa nazionale è fortemente carente: la presenza di ibridi in natura del tutto assenti dall´impianto normativo italiano (un esempio è rappresentato dagli incroci cane-lupo, che rappresentano un problema per la conservazione genetica del lupo), e le specie aliene invasive, che pure costituiscono una grave minaccia per l´equilibrio degli ecosistemi e la sopravvivenza delle specie autoctone.

Torna all'archivio