[14/07/2009] Parchi

Le politiche ambientali, i salotti e la settorializzazione

PISA. L’assessore regionale Bramerini parlando di energie rinnovabili e in particolare dell’eolico che ha suscitato anche in Toscana non poche polemiche, ritiene che al fondo ci sia una concezione salottiera del paesaggio. Insomma meglio non far niente così non si fanno danni. Di paesaggio si è occupato anche Morisi su Repubblica per dire che in Toscana intendiamo averne cura ma con politiche concrete che invece mancano sul piano nazionale dove però si pretende di coartare gli enti locali. L’assessore regionale Baronti a sua volta ritiene che a frenare le politiche ambientali sia anche se non soprattutto il settorialismo.

La prima osservazione che mi viene da fare è che nel Pit le energie rinnovabili erano state trattate all’ingrosso tanto è vero che si sono dovute apportare delle modifiche. Ma è curioso che si rivendichi giustamente una politica nazionale sul paesaggio che latita alla grande e poi si sorvoli sul fatto che la tutela del paesaggio è stata separata dal nuovo codice dalle politiche ambientali dei parchi e delle aree protette.

Baronti ha ragione a denunciare i guasti del settorialismo ma nel Pit dove à quella ‘integrazione’ tra maglie regionali, provinciali, comunali e quelle politiche di pianificazione che riguardano i bacini idrografici, i parchi etc che non coincidono con quella maglia. E’ vero - come è stato detto nell’incontro con l’Inu a Firenze - che l’urbanistica non basta ma allora occorre agire su una scala che non è tracciata e regolata solo dai confini amministrativi.

L’assessore Betti ha detto che i consorzi di bonifica saranno sfoltiti e costeranno meno. Benissimo, ma in che rapporto entreranno –anche dimensionalmente- con quelle politiche ambientali riconducibili al paesaggio, alla gestione delle risorse idriche sconquassate dal Codice Matteoli? E Betti riuscirà finalmente ad ‘integrare’ le politiche dei parchi con la sua legge regionale di cui abbiamo perso le tracce?
Qui non c’entrano i salotti.

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