[16/07/2009] Energia

Climate change, la Gran Bretagna nuclearista non scommette più sull´atomo

LIVORNO. La Gran Bretagna ha presentato ieri il suo piano energetico per la lotta contro il cambiamento climatico che prevede di raddoppiare la quota di elettricità ottenuta a partire da fonti rinnovabili d´energia, come l´energia eolica e solare entro il 2020 mantenendo anche il nucleare, senza prevederne l’ampliamento. Attualmente le fonti rinnovabili garantiscono una quota del 5% del fabbisogno energetico della gran Bretagna e dovrebbero arrivare sino al 20% al 2020, quando si prevede che il 40% del fabbisogno energetico sia prodotto senza fonti fossili, mantenendo quindi anche l’attuale quota del 20% di nucleare.

«Il nostro piano - ha dichiarato il ministro per l’ambiente Ed Miliband - rafforzerà la nostra sicurezza energetica e rappresenta una grande occasione industriale rispondendo al tempo stesso alla sfida morale che rappresenta il cambiamento climatico». Secondo il ministro Miliband questo mostra l’impegno che la Gran Bretagna vorrà assumere per il vertice delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che avrà luogo in dicembre a Copenhagen con l’obiettivo di raggiungere un accordo mondiale per sostituire il protocollo di Kyoto.

I tentativi per raggiungere un nuovo accordo sono ancora in stallo a causa dei timori che per ottenere gli obiettivi ambientali si possa nuocere al ristabilimento economico e a causa dei disaccordi tra i paesi ricchi ed i paesi in via di sviluppo che riguardano il livello di riduzione di emissioni da realizzare.

Anche nell’ultimo vertice dei G8, in cui si è giunti all’accordo di ridurre del 50% le emissioni di gas serra entro il 2050, sono rimaste sulle loro posizioni Cina, India e le altre nazioni in via di sviluppo. La Gran Bretagna che sta attraversando come tutte le economie occidentali una grave fase di recessione, ha deciso invece di investire sull’ambiente per rilanciare la propria economia e – secondo qualche osservatore- anche per recuperare consenso nel fronte laburista, dato che le tematiche ambientali attualmente funzionano decisamente da traino.

Il segretario di Stato all´impresa della Gran Bretagna, Peter Mandelson si è dichiarato convinto che le proposte del governo in materia energetica potrebbero essere importanti per superare la crisi economica. «Il governo – detto Mandelson- è determinato a sfruttare al massimo tutte le opportunità economiche e d´occupazione che questa transizione offrirà».

In una serie di documenti sul tema la Gran Bretagna segnala infatti che il mercato mondiale per i beni e servizi improntati su un basso tenore di carbonio e ossido di carbonio potrebbe crescere sino a 7,047 miliardi di dollari entro il 2015, una curva che potrebbe essere ancora più ripida se a Copenhagen si arrivasse a sottoscrivere un accordo per il futuro.

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