[16/07/2009] Comunicati

Janos Pasztor: «ancora troppo astratte le soluzioni ai cambiamenti climatici»

LIVORNO. Secondo Janos Pasztor (nella foto), direttore del Environment management group del segretario generale dell’Onu, «Se i partecipanti al summit del G8 ed alla riunione sui cambiamenti climatici hanno riconosciuto che l’innalzamento delle temperature media non dovrà superare i 2 gradi al di sopra del livello pre-industriale, non hanno ancora fissato misure concrete per arrivare a questo».

L’ungherese Paztor é considerato uno dei più grandi esperti Onu per i cambiamenti climatici e partecipa a tutti i negoziati sul tema ambientale nelle istituzioni della Bretton Woods (banca Mondiale e Fmi) e della World Trade Organisation. E’ anche il coordinatore dell’ufficio incaricato del Project-based Mechanisms Programme al segretariato dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc). E’ un ingegnere nucleare del Massachusetts institute of technology con una specializzazione in medicina nucleare.

Ieri, a 144 giorni dall’apertura della Conferenza di Copenhagen, Pasztor ha convocato una conferenza stampa al palazzo o di vetro all’Onu a New York, per dare informazioni sui colloqui dell’ultimo G8 sui cambiamenti climatici e sulla riunione ad alto livello che si terrà all’Onu il 22 settembre.

«I Paesi che hanno partecipato al summit del G8 ed alla riunione delle grandi economie sulla sicurezza energetica e i cambiamenti climatici a L´Aquila, in Italia – ha detto Pasztor – hanno, come la comunità scientifica, riconosciuto che il rialzo della temperatura media nel mondo non dovrà oltrepassare i 2 gradi al di sopra dei livelli pre-industriali. Questo obiettivo cruciale non era mai stato esplicitamente fatto prima proprio dal G8. Questi Paesi hanno anche riconosciuto la necessità di realizzare una partnership mondiale al fine di promuovere le tecnologie a basse emissioni di carbonio e rispettose dell’ambiente e di raddoppiare, entro il 2015, gli investimenti del settore pubblico nella ricerca e lo sviluppo di tali tecnologie. Sono alla fine giunti ad un accordo sulla necessità di accrescere le risorse destinate a finanziare le misure di attenuazione e di adattamento. Senza specificare l’ammontare, la proposta di creare un “green found” é stata accettata come principio».

Pasztor considera un passo avanti anche l’accordo per ridurre dell’80% il livello delle emissioni di gas serra entro il 2050, ma ha ricordato che lo stesso Ban ki-moon ha detto che per essere credibile questo obiettivo a lungo termine deve essere accompagnato da obiettivi a medio termine e con basi concrete. E qui, come hanno fatto notare anche le potenze emergenti del G5, rischia di cascare l’asino del G8 con tutte le sue promesse delle quali tra 41 anni non saranno chiamati a rispondere nessuno dei protagonisti del summit de L’Aquila, se non davanti alla storia.

Secondo Paztor «Per raggiunger questi obiettivi ambiziosi, I Paesi sviluppati devono dare l’esempio ed impegnarsi senza ambiguità a ricondurre, entro il 2020, le loro emissioni all’interno di una forchetta tra il 25 e il 40% al di sotto delle loro soglie del 1990. Il segretario generale (Ban Ki-moon) si è detto deluso di dover constatare che gli obiettivi di emissioni annunciati dai Paesi sviluppati non si situano in questa forchetta».

Proprio per fare in modo che a Copenaghen si stringa davvero un patto sul clima, Ban Ki-moon ha convocato la riunione dell’Onu a settembre, aperta ai Capi di Stato e di governo, per mettere insieme il puzzle di promesse e impegni frammentato in mille colloqui e summit e cercare di costruire a New York una leadership che si carichi dell’impegno di uscire da Copenhagen con un accordo ambizioso, realistico e che fissi impegni obbligatori.

La riunione di alto livello dell’Onu si svolgerà con un’apertura in sessione plenaria aperta anche alla stampa e con 4 tavole rotonde tematiche il mattino del 22 settembre ed altre 4 il pomeriggio, ognuna co-presieduta da due Capi di Stato o di governo. La stampa non sarà ammessa alle tavole rotonde. La seduta plenaria di chiusura sarà introdotta da Ban Ki-moon che farà anche un riassunto dei lavori del summit.

Pasztor ha anche annunciato che il presidente Usa Barak Obama é stato invitato, così come tutti gli altri Capi di Stato del mondo, ma che fino ad oggi l’Onu non ha ancora avuto conferma della sua partecipazione alla riunione di alto livello sui cambiamenti climatici

Torna all'archivio