[17/01/2006] Consumo

Gesualdi a greenreport: «Il sistema non è più povero, solo più iniquo»

VECCHIANO (Pisa). «Il sistema nel suo insieme non si sta impoverendo, casomai sta distribuendo sempre peggio la ricchezza. Lo dicono le cifre: vent’anni fa il 20% più ricco del pianeta godeva del 40% delle risorse, oggi del 46%. Ed il 20% più povero, dal 10 per cento delle risorse è sceso al 6». Francesco Gesualdi (nella foto), allievo della scuola di Barbiana di don Milani, oggi coordinatore del Centro nuovo modello di sviluppo, interviene nella discussione aperta da greenreport su consumi e ricchezza degli italiani (intervista a Carla Ravaioli e intervento di Marco Missaglia). «Mi pare evidente – dice Gesualdi – che il tentativo del sistema è quello di conciliare due opposti. E’ un ossimoro: da una parte punta a concentrare sempre di più la ricchezza e, quindi, ha la tentazione alla iniqua distribuzione della ricchezza. Ma si scontra con l’incapacità di evadere gli enormi volumi di prodotti che sforna. Ecco che la soluzione è far indebitare le famiglie. E’ un metodo che regge per un po’, ma non per il lungo periodo. Negli Usa sono indebitati tutti: le famiglie, le imprese, perfino il governo per sostenere lo sforzo finanziario della guerra all’Iraq. Per un po’ il sistema regge, questa è la giustificazione dello stratagemma».
«Dal punto di vista mio, dalla visuale di chi tenta di guardare il futuro del pianeta leggendolo con le lenti dell’equità e della sostenibilità – prosegue Gesualdi – non possiamo che registrare quanto questo sistema sia cieco e sordo. E’ naturale che il nostro proposito sia un altro: riuscire a consentire a tutti di poter vivere dignitosamente selezionando i consumi». Selezionando soltanto o anche riducendoli? «Se guardiamo a tutto ciò che consumiamo – risponde Gesualdi – credo ci sia bisogno di ridurre e selezionare, a cominciare dai bisogni, individuando quelli naturali e quelli imposti. Penso che dobbiamo cominciare a saper dire basta a certe pratiche. Non è riducendo certi consumi che si intacca la nostra dignità».
Poi c’è anche la questione dell’impoverimento di molte famiglie. «La sindrome della quarta settimana – fa notare Gesualdi – è tutt’altro che un’invenzione. Ne soffrono in tanti, ma sono convinto che molte famiglie che oggi si trovano indebitate potrebbero mantenersi in equilibrio vagliando i propri consumi, senza cedere al pressing ed ai condizionamenti delle pubblicità».

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