[01/06/2006] Consumo

«Ma il governatore della banca centrale non fa parte del governo»

ROMA. Non è certo passata inosservata la relazione del governatore della Banca d´Italia Mario Draghi, da cui ha preso immediatamente le distanze il deputato dei Verdi Paolo Cento (nella foto): «Noi Verdi stiamo leggendo con molta apprensione il discorso del governatore, a cui comunque va dato atto prima di tutto di aver scritto una relazione puntuale che entra nel merito dei problemi economici e finanziari. Detto questo però, rivendichiamo l’autonomia del governo nelle scelte economiche e finanziarie del Paese e lavoreremo affinché alle politiche di rigore siano legate a una forte difesa della coesione sociale e della qualità ambientale dell’economia».

Per il deputato Verde «il nostro Paese ha bisogno di una riconversione ecologica – continua Cento - perché l’Italia non può rimanere fuori dai canoni europei della sostenibilità ambientale, parametri riconosciuti a livello internazionale e anche dall’Ocse: la crescita quantitativa e illimitata senza la qualità ecologica dell’economia rischia di essere fine a sé stessa. Per questo quella dei Verdi è una sfida in positivo: a crescere deve essere il benessere, che è la distribuzione dei beni e dei consumi dentro una cornice di forte innovazione qualitativa».

«E’ innegabile quindi che con Draghi resti un punto di diversità - conclude Paolo Cento - non condividiamo questa continua sottovalutazione della sostenibilità, perché purtroppo è la dimostrazione che il Paese reale è molto più avanti della politica e degli economisti: basta guardare ad esempio al bilancio ambientale, le imprese più avanzate lo hanno già introdotto, mentre nella contabilità pubblica spesso neppure si sa cosa significa».

Anche Francesco Ferrante, direttore di Legambiente e senatore della Margherita, ha molto da ridire sulla crescita propugnata da Draghi: «Io sono contrario a questa sorta di santificazione delle dichiarazioni del governatore della Banca d´Italia, come se fossero un pezzo del governo di questo Paese. E’ un modo sbagliato di concepire il ruolo della banca centrale ed è il frutto di una sudditanza psicologica della politica rispetto all’economia. Draghi non è né il ministro del tesoro, né il capo del governo e non spetta a lui decidere le linee politiche del governo del Paese. Prima si diceva che c’era una sorta di pansindacalismo, oggi mi sembra ci sia una sorta di panbanchismo».

«Non è compito del governatore della Banca d’Italia parlare e decidere di sostenibilità dello sviluppo così come di età pensionabile - conclude Ferrante - può naturalmente porli come tema da affrontare secondo la sua visione delle cose, ma è compito del governo e delle forze politiche affrontare e dare soluzione a questi problemi. Forse è il modo in cui la politica parla delle esternazioni del governatore della Banca d’Italia che non va bene».

Secondo Ermete Realacci, deputato della Margherita e presidente onorario di Legamnbiente, «di Draghi è stato apprezzato lo stile e il tono». «Il suo non può essere certo un programma di governo – prosegue Realacci – ma le cose che dice sono vere: il paese non cresce senza coesione, solidarietà e crescita e le pensioni del futuro non potranno essere pagate se non si creano nuove occasioni di lavoro. Il problema politico è invece la direzione da dare allo sviluppo economico, della sostenibilità e della qualità di questo sviluppo, che è assente in quanto detto dal governatore e che forse non spettava nemmeno a lui dire, ma anche in quanto detto da Montezemolo che magari avrebbe dovuto dire qualcosa su questo. Ma sulla direzione dello sviluppo non mi sembra chiarissimo nemmeno il governo. Una cosa è certa: non si può pensare ai due tempi, prima lo sviluppo e poi la qualità e la sostenibilità, bisogna individuare un percorso che tenga insieme le due cose che sono l´unica maniera per uscire dalla crisi italiana».

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