[17/01/2006] Rifiuti

Amianto all´Elba, ecco come viene smaltito

PORTOFERRAIO (Livorno). Il 27 dicembre i capigruppo dell’opposizione del Comune di Portoferraio hanno scritto una lettera al Direttore amministrativo dell’Asl 6 zona Elba, dottor Trifoglio, nella quale chiedeva «un incontro per renderci conto personalmente della situazione dell´ospedale». Il 16 gennaio i consiglieri Bertucci, Marini e Meloni, in rappresentanza dei
gruppi di opposizione, sono stati ricevuti da Trifoglio che ha illustrato gli obiettivi dell’Asl per i prossimi anni.
Tra le questioni poste dal centrodestra portoferraiese, anche la richiesta di chiarimenti sull’allarme per la presenza di amianto nella struttura ospedaliera, che interesserebbe soprattutto i pannelli di rivestimento dell´intero edificio. I consiglieri del centrodestra sembrano rassicurati e dicono che «l´azienda ha informato che il minerale è presente in minima quantità (circa 1%) ed è sotto lo stretto controllo degli uffici preposti per legge pertanto non vi è pericolo in nessuna zona dell´ospedale».
Una vicenda, questa dell’amianto nell’ospedale elbano, sollevata più volte anche negli anni passati, ma a Portoferraio esistono anche situazioni più visibili ed estese: si pensi solo alla copertura in eternit dell’intera gigantesca struttura del capannone Esaom che sorge nell’area dell´ex
cementificio e di altre tettoie, pubbliche e private, che spesso mostrano preoccupanti segni di degrado.
Intanto, anche secondo il Wwf, è sempre più facile trovare amianto abbandonato in discariche abusive: «In numerose zone di pregio – dice Alessandro Sale, coordinatore provinciale delle guardie ambientali volontarie del panda – sono state rinvenute ingenti quantità di rifiuti pericolosi
costituiti da derivanti in decomposizione dell’amianto abbandonati sul suolo senza nessun minimo accorgimento a tutela della salute pubblica e dell’ambiente». Ed aggiunge una precisazione piuttosto preoccupante: «Le zone più a rischio controllate sono state soprattutto quelle incluse nel
Parco nazionale e quelle a vincolo idrogeologico e paesaggistico-ambientale incluse nel Dl n. 42/04 e di maggiore pregio, come fossi pubblici, aree boscate, spiagge e luoghi panoramici».
Ma l’Esa (Elbana servizi ambientali) come interviene sui rifiuti contenenti amianto? Lo abbiamo chiesto a Sauro Marinari, responsabile per la sicurezza dell’azienda. «Il problema amianto all’Elba – risponde – è abbastanza grave. Per lo smaltimento ed il ritiro dovrebbe essere redatto un piano di demolizione che dovrebbe essere fatto di volta in volta dal committente. Questi piani non sempre vengono prodotti. Il problema riguarda soprattutto le piccole quantità: depositi per l’acqua, tubazioni, piccole tettoie. Gli utenti le rompono, le buttano dentro i cassonetti, con forti rischi al momento dello smaltimento».
Ma poi il materiale contenente amianto come viene smaltito? «Lo conferiamo ad una ditta che viene dal continente per il trasporto in un impianto autorizzato, che all’Elba non c’è. Va anche detto che questo materiale, essendo un rifiuto speciale, non rientra nelle nostre competenze di smaltimento diretto, anche se abbiamo naturalmente l´obbligo della raccolta».
Cosa intende fare Esa per intercettare la quantità di materiale contenente amianto che oggi sembra sfuggirle?
«Stiamo cercando di ottenere tutte le autorizzazioni dalla Provincia anche per i rifiuti pericolosi, per gestirli direttamente all´Elba e stoccarli all’impianto del Buraccio, che ha già oggi possibilità di farlo in tranquillità e sicurezza con aggiustamenti minimi. Intanto stiamo facendo le certificazioni Iso 14001 ed Emas e stiamo chiedendo le autorizzazioni per il trasporto dei rifiuti pericolosi,
eviteremo così il ricorso a ditte esterne e questo garantirà un minore costo anche per gli utenti».

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