[18/01/2006] Parchi

Ponti e mulini da salvare all´isola d´Elba

MARCIANA (Livorno). 180 partecipanti e grande successo dell’escursione organizzata domenica scorsa da Circolo culturale di San Piero, il Viottolo e i Consorzi turistici dell’Elba occidentale, ma tra i trekkers anche molta preoccupazione: «Purtroppo la visita al molino di Moncione – dice Alessandro Beneforti - ci ha riservato la brutta sorpresa di scoprire lo stato di abbandono di tale struttura, ed in particolare del canale di scorrimento dell’acqua che va dalla vasca di raccolta fino al punto in cui inizia la caduta. Si può vedere come i pezzi di granito che delimitavano lateralmente questa canaletta siano caduti e come questo potrebbe portare rapidamente al crollo del muro che sorregge questo suggestivo canale, se non si interverrà al più presto». L’appello lanciato dagli escursionisti viene accolto da Legambiente Arcipelago Toscano, che rilancia: «Dopo i lavori di recupero e ripristino e dell’adduzione dell’acqua e della grande vasca di raccolta dell’acqua, eseguiti da un agricoltore, anche attraverso un piccolo finanziamento pubblico, niente è stato più fatto – dice il presidente Gian Lorenzo Anselmi – per il grande e magnifico mulino che mostra da molti anni problemi di stabilità, che probabilmente risalgono addirittura quando si tentò di passare dal sistema delle pale orizzontali ad una grande ruota verticale. Dopo il primo restauro si verificarono problemi e, invece di continuare con il consolidamento, si preferì svuotare la vasca e ritornare all’oblio per Moncione. Da più parti si chiede al Parco nazionale dell’arcipelago Toscano di porre attenzione a questo monumento, ma purtroppo il Mulino di Moncione non è dentro l’Area Protetta, occorrerà trovare altri Enti che se ne occupino».
«Invece – scrive Legambiente in un comunicato – dentro il Parco ci sono almeno altre due opere legate all´acqua che necessitano di interventi urgenti, entrambe nel territorio del Comune di Marciana». Si tratta del grande ponte dei Rimercoi, che attraversare una gola scoscesa del Fosso della Nivera, che proprio li forma una bella cascata, 6un ponte largo, solido e magnifico, ma ormai quasi dimenticato e che sta subendo l´assalto di ladri e vandali che rubano e distruggono le lastre di granito delle spallette e l´attacco della natura che occupa con la vegetazione il piano calpestabile e l’intera struttura. Il secondo ponte che desta preoccupazioni è quello della Conca, detto anche ed impropriamente «pontino romano», che attraversa con un´unica e ardita campata il fosso delle Orticole, che in quel tratto forma una ripidissima cascata ed un laghetto, poi il corso d´acqua si inoltra in una spettacolare gola tra pareti verticali e un bosco di lecci, fino a sfociare alla Cala. Anche questo antico ponte, oggi ridotto a poco più di un arco di mattoni, serviva una strada di grande traffico che collega ancora Sant´Andrea e Maciarello con Marciana, un sentiero recuperato dal Parco Nazionale che ha provveduto anche a liberare il ponte dalla vegetazione. Ma oggi il ponte della Conca presenta pericolosi segni di degrado, aggravato anche dal passaggio di alcuni mezzi motorizzati – spesso non autorizzati: recentissimo un raid di moto da cross – ed ha bisogno di urgenti lavori di consolidamento della stabilità e restauro dell´intera struttura. «Il rischio concreto che corriamo – dice Anselmi – è che queste opere dell´ingegno umano, legate ad un mondo agricolo ormai scomparso e che attraversano e caratterizzano ambienti con rarità botaniche e animali, splendidi e singolari in un’isola dove l’acqua non è abbondante, vengano dimenticati e abbandonati e che con loro sparisca un pezzo importantissimo della nostra storia e della nostra cultura di isolani».

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