[18/01/2006] Rifiuti

Riduzione, differenziata e trattamenti a freddo per evitare gli inceneritori

FIRENZE. Fabrizio Bertini è il rappresentante del Comitato Salute e ambiente di Pistoia, che insieme alla rete dei Comitati contro gli inceneritori ha organizzato la manifestazione del 28 gennaio sotto la Regione Toscana.

Il 28 manifestate sotto la Regione contro l’inceneritore localizzato al Calice: siete contro quell’inceneritore o siete contro tutti gli inceneritori?
Siamo contro tutti gli inceneritori, anche perché facciamo parte di un coordinamento di comitati popolari territoriali che viene appoggiato anche da associazioni ambientaliste come greenpeace wwf ecc. Da anni ci opponiamo alla scelta dell’incenerimento in tutte le sue forme, anche quelle che prevedono l’utilizzo di rifiuti nei cementifici o in centrali a olio combustibile, perché l’incenerimento è comunque nocivo per la salute e per l’ambiente.
Il nostro non è un interesse particolare ed egoistico e ci tengo dire che non portiamo avanti solo proteste, ma anche proposte alternative. Per esempio abbiamo elaborato un piano alternativo per la provincia di prato che non prevede il ricorso all’incenerimento come, invece, prevede il suo piano.

Siete anche contro gli inceneritori esistenti come quello di Agliana?
Beh, questo è un problema che oserei dire etico. Siamo un coordinamento e conosciamo perfettamente gli effetti negativi che hanno subito le popolazioni di Agliana e delle altre zone dove esistono gli inceneritori. Però è ovvio che non siamo così insensati da chiedere la chiusura dell’inceneritore di Montale da domani mattina: deve essere programmata e definta una chiusura nel giro di qualche anno.

Al posto degli inceneritori, per i materiali irrecuperabili, pensate alle discariche?
Assolutamente no. Prima di tutto ogni inceneritore ha bisogno di una discarica, quindi quelli che dicono che vogliono fare gli inceneritori per evitare nuove discariche mentono clamorosamente. Noi facciamo parte della rete nazionale rifiuti zero e di quella internazionale Gaia. Il che vuol dire, anche in considerazione delle norme europee, che noi ci battiamo in primo luogo per la riduzione della produzione dei rifiuti. La natura di per sé non produce rifiuti, mentre le società industriali usano sostanze non trattabili. L’obiettivo nostro è avere cicli produttivi puliti che risparmiano materia ed energia. Questo è un obiettivo di lunga durata, ma già da ora è impossibile pensare di continuare a produrre e a consumare così tanto.
Per poter fare a meno degli inceneritori occorre: consumare meno, produrre meno rifiuti, fare più raccolta differenziata e infine per il residuo si devono utilizzare impianti di trattamento a freddo. Andando sul concreto, poniamo che sia 100 la massa dei rifiuti in toscana. Secondo la legge regionale si dovrà raggiungere la quota del 55% di differenziata, e si dovrà ridurre la produzione di rifiuti del 15%. Del rimanente 30% uno studio fatto da greenpeace Inghilterra dimostra può essere a sua volta trattato a freddo il 25% senza fare ricorso all’incenerimento. Poi rimane solo un minimo 5% che finirà in discarica: ma è il 5%!

Quanti e quali impianti di smaltimento pensate che servano per un’area metropolitana di più di 1 milione di abitanti?
Gliel’ho già detto: noi siamo per la soluzione a freddo dei residui dopo le raccolte differenziate. Quindi alla Regione, che ci ha già convocato 3 volte, noi abbiamo portato questa proposta che prevede l’utilizzazione di impianti a freddo per recuperare la quota residua di rifiuti non differenziati, quel 25% che quindi può prendere una strada ben diversa da quella dell’incenerimento. Vogliamo ridurre utilizzo di materia ed energia e questa concezione del problema rifiuti solo come business.

Più raccolta differenziata significa anche più impianti di selezione, di trattamento e di recupero. La conflittualità locale è fortissima anche su questi impianti. Voi che posizione avete?
Ripeto: per noi questi impianti vanno bene se lavorano con il trattamento a freddo. Le faccio un esempio concreto: quello di Case Passerini finalizzato alla costruzione di cdr da incenerimento può essere facilmente convertito al trattamento a freddo, che non è una tecnologia rivoluzionaria e sconosciuta. La utilizziamo già (poco) da noi e molto di più nei Paesi nordeuropei, ma non si tratta neppure di investimenti troppi alti per adeguare i nostri impianti attuali.

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