[18/01/2006] Energia

«Fermiamo al più presto questa corsa al gas»

LIVORNO. «Il vero guaio è che la politica ormai è totalmente succube dell’iniziativa privata. Interessi legittimi, per carità, ma tocca alla politica compiere scelte, guidare. Non farsi guidare». Parte da lontano Mario Martelli, fra gli animatori più assidui del Comitato che si oppone alla realizzazione della piattaforma di rigassificazione off shore (nella foto: la ricostruzione al computer di uno di questi impianti) a Livorno. Ha annunciato una iniziativa interessante per domani pomeriggio, quando alle 18 proietterà nella sala di Via Sant’Andrea un filmato su quelli che chiama «disastri del gas».
«Si tratta di un film ricavato da ciò che è accaduto in diverse occasioni negli Stati Uniti, dove esistono impianti di gas di una certa dimensione. Roba del genere in Italia non si è mai vista».
Voi avete detto in più occasioni di essere contrari alla piattaforma off shore, spiegandone i motivi, che vanno dall’impatto ambientale alla scarsa affidabilità del soggetto che dovrebbe realizzarla…
«Ma c’è di più. Noi sosteniamo che il terminal off shore comporterebbe danni dal punto di vista economico per il nostro territorio. Danneggerebbe le potenzialità del turismo e anche il traffico del porto, che per Livorno rappresenta l’attività principale».
Che siete contrari all’impianto off shore l’avete detto e spiegato. E del progetto Bp-Edison-Solvay di Rosignano che cosa pensate?
«Siamo contrari. Non ci piace prima di tutto questa corsa senza senso verso il gas e verso i rigassificatori che si sta facendo in Italia. E’ roba passata, vecchia. Il futuro è delle energie rinnovabili. Un esempio? L’eolico, i pannelli solari, le celle a combustibile. L’idrogeno, che pure non è una fonte ma un vettore. Investendo in ricerca e in tecnologia potremmo avere energie pulite e a costi più bassi. Ciò che bisogna cambiare è il nostro sistema economico».
Ha detto eolico? All’eolico siete favorevoli?
«Sì, certo. So che ci sono anche contrari all’energia eolica. Io penso che possa essere una soluzione: certo, fatta con criterio e selezionando i siti dove installare gli impianti».
E della possibilità del gasdotto Galsi a Piombino che cosa ha da dire?
«E’ sicuramente meno impattante e meno pericoloso dei due rigassificatori. Ciò che proprio non ci piace è il pullulare di impianti a rischio di incidente rilevante. Livorno ed il suo comprensorio sono pieni di impianti di questo tipo. Sono troppi, troppi davvero. E poi hanno usato argomenti che non stanno né in cielo né in terra. Ma lo sa che non c’è alcun nesso fra l’off shore e la riconversione della centrale Enel di Livorno? Non lo scrivo io, ma la Regione Toscana».
Perché, se questo nesso ci fosse stato allora voi sareste stati possibilisti?
«Ma neanche per sogno, e lo sa perché? Perché questa centrale Enel di Livorno sarebbe da chiudere al più presto. Se davvero fosse riconvertita a metano, quasi sicuramente, per problemi di sostenibilità economica, l’Enel dovrebbe raddoppiarla. In quel caso avremmo sì una riduzione delle emissioni di ossidi di zolfo, ma l’aumento di ossidi di azoto e polveri fini. Chiudiamola al più presto, è meglio».
Anche Tor del Sale è da chiudere?
«Beh, l’avete scritto voi che là muoiono vitelli uno dietro l’altro».
Sì, ma mica abbiamo scritto che è a causa della centrale Enel: gli allevatori chiedono di indagarne le cause, ecco che cos’abbiamo scritto
«Comunque penso che per Tor del Sale la riconversione a gas sarebbe un beneficio. Sicuramente meglio del carbone che qualcuno, a mezza bocca, ipotizza».

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