[19/06/2006] Urbanistica

Boco: «Dopo il governo Berlusconi l’ambiente ha bisogno di una rivoluzione»

PORTOFERRAIO (Livorno). «Noi verdi italiani abbiamo due sottosegretari ed il ministro dell’ambiente. Siamo l’ultimo presidio europeo dei Verdi in un governo. E’ un grande peso ed una grande difficoltà, una grande responsabilità, ma è anche l’unico sistema per fare il nostro mestiere». Così Stefano Boco (nella foto), sottosegretario all’agricoltura, si esprime sulla situazione politica italiana in riferimento alle tematiche ambientali. All’isola d’Elba per concludere il convegno dei Verdi europei sulle isole minori del Mediterraneo, Boco ha tracciato il profilo dell´impegno del Sole che ride nel governo Prodi, auspicando una vera e propria «rivoluzione, nei modi, nei metodi e negli obiettivi di governo, ma anche nella politica e nei comportamenti».

Boco ha ad illustrato alcune delle linee fondamentali del ministero delle politiche agricole. «La politica italiana – ha detto – troppo spesso non ha il coraggio di ricostruire, di fare qualcosa nell’interesse collettivo, troppo spesso galleggia sull’esistente, sullo status quo. Noi abbiamo una delle più grandi flottiglie pescherecce, bisogna dare a chi lavora in mare opportunità. Il 50% dei costi della pesca deriva dal gasolio, intanto la politica vive ancora di accise, impedisce a chi produce biodisel di metterlo sul mercato».

Il sottosegretario si è soffermato sul tema specifico del seminario, ovvero la situazione delle isole minori: «Fotografiamo la realtà, un’istantanea di una situazione complicata. Dalla seconda guerra mondiale ad oggi le isole minori hanno vissuto prima abbandono ed emigrazione, erano posti dai quali si scappava. Dopo è stato scoperto il bengodi: un’altra miniera a cielo aperto, una nuova Disneyworld. Basta guardare Ischia o Maiorca che non sono nemmeno più villaggi turistici, ma mostruosità cementate. O prendere l’Elba, dove sbarcando ad agosto per raggiungere Marciana ci vogliono due ore e mezzo di macchina. Si tratta di uno sviluppo turistico sbagliato che ha distrutto la cultura. I pescatori sono diventati ormai oggetto di qualche fotografia, l’agricoltura è residuale, con la perdita di prodotti e tipicità».

E’ da qui che Boco si è spinto anche oltre per proporre una ricetta nuova: «Bisogna confrontarsi, occorre rivoluzionare un sistema di vita che non funziona più: il vero nemico è il valore al metro quadro, la rendita che produce. Un avversario difficile da affrontare. E allora noi – ha detto Boco rivolto ai Verdi – dobbiamo sposare l’avversario: la macroeconomia, il turismo, il mercato immobiliare e riuscire a cambiarli. Altrimenti fra poco nessuno prenderà più un’automobile per fare un lungo viaggio e traversare il mare per venire a vedere qualcosa che pensava diverso e trovare qualcosa che la speculazione edilizia ha trasformato in un suburbio urbano. Dobbiamo uccidere il barbaro. Per le isole minori dobbiamo avere uno scopo ed una missione, si può mettere anche qualche toppa ad alcune situazioni urgenti, ma dobbiamo avere una visione strategica».

Il sottosegretario è tornato sul tema dello sviluppo dell’Elba, che conosce molto bene: «La ricchezza di quest’isola è fatta della capacità di ripensarsi, con il Parco nazionale che diventa motore e che non è più visto semplicemente, anche dagli amministratori, come un ostacolo a costruire. Le isole minori possono diventare la metafora di un nuovo modello, di uno stile di vita diversa. Ed è indubbiamente più facile realizzare questo cambiamento in un microcosmo che a Roma».

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