[19/06/2006] Consumo

La Toscana è Dop e Igp

FIRENZE - «In Toscana abbiamo un patrimonio unico con 19 prodotti a marchio Dop e Igp e oltre 400 prodotti tradizionali tutelati nella filiera; dobbiamo puntare sulla loro promozione» a dirlo è la Confederazione italiana agricoltori che con la pubblicazione della “guida” per i marchi a denominazione d’origine, attesta la Toscana tra le prime regioni italiane in materia di tutela della qualità del prodotto.

«Un dato importante - secondo il presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci - che mette in luce come puntando sulla qualità del prodotto finale si possano trovare strategie di diversificazione del mercato. La ricerca continua della qualità del prodotto rappresenta per il nostro patrimonio agroalimentare la chiave di svolta in un mercato dominato dai “falsi” e dalla Grande distribuzione che privilegia le industrie, gusti e produzioni standardizzati e spesso mette alla corda le piccole imprese agricole, patrimonio del nostro Paese e della nostra regione in particolare che si contraddistingue per diversificazione, nicchia e qualità».

La Cia Toscana da tempo è impegnata nella creazione di filiere corte per avvicinare il consumatore al produttore, abbattendo i costi del prodotto e migliorando la fiducia nella qualità da parte del consumatore finale.

«A tal proposito – spiega Pascucci - circa un mese fa è partita anche un’iniziativa comune di Cia e Legambiente Toscana con la finalità di far promuovere nell’Ordine del Giorno dei vari comuni delle aree rurali della regione la richiesta di maggiore attenzione all’economia basata soprattutto sull’agricoltura e sulla piccola produzione di qualità. Siamo convinti che occorra ripartire proprio dal territorio per rilanciare la sfida dello sviluppo locale sostenibile delle aree rurali, cercando innanzitutto di promuovere, insieme a comuni, circoscrizioni, comunità montane e province, idee progettuali che sulla base del principio della “governance” cooperativa attivino un processo virtuoso di creazione di nuove opportunità economiche per le imprese agricole».

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