[23/06/2006] Parchi
BOLOGNA. Sara e Dotty sono madre e figlia. Due splendidi esemplari di tigri del Bengala che da una settimana sono al Centro tutela e ricerca fauna esotica e selvatica del Monte Adone, a Sasso Marconi, a due passi da Bologna. I due felini facevano parte del circo «Roney Roller Circus», da cui sono state «liberate» dagli uomini del Corpo forestale dello Stato di Grosseto, anche a seguito di segnalazioni da parte di associazioni ambientaliste e animaliste. Già un anno fa era stato denunciato il fatto che le tigri erano costrette a vivere in una gabbia angusta, prive di acqua, sotto il sole cocente e sottoposte al continuo disturbo della gente.
«Abbiamo accolto Sara e Dotty che avevano bisogno di noi, non ci sottraiamo mai agli appelli d’emergenza – dice Mirca Negrini, presidente del Centro dove adesso si trovano gli animali – dalla relazione dei veterinari Asl emerge che non c’erano patologie apparenti e risultavano in buone condizioni generali. Purtroppo non è così: è evidente che una vita all’interno dei pochi metri quadrati del carrozzone non ha permesso un corretto sviluppo dell’apparato muscolo-scheletrico dei due animali. Anche dalle dichiarazioni ricevute dagli addetti del circo si evince che pure l’alimentazione non era adeguata. La madre è quella che versa in condizioni peggiori: è evidente l’ipotrofia muscolare, soprattutto degli arti posteriori, ragione per cui la sua deambulazione risulta abbastanza stentata».
La struttura approntata per accogliere i due felini è immersa nel verde ed è stata dotata di due ricoveri, di una di acqua e di una piattaforma. «Ancora non sfruttano tutto lo spazio che hanno a loro disposizione – spiegano gli addetti del centro – ma continuano a muoversi solo in una piccola area, come se il condizionamento dato dal vivere per anni in uno spazio così ristretto impedisse loro di apprezzare una vita più dignitosa. Ciò che invece, da subito, hanno dimostrato le tigri è un grande amore per l’abbondante lettiera di paglia che abbiamo lasciato loro a disposizione dentro i ricoveri, dove passano molto tempo sdraiate a sonnecchiare».