[23/06/2006] Comunicati

Wwf al fianco delle regioni contro la legge delega

ROMA. Il WWF Italia è intervenuto nel ricorso dell’Emilia Romagna e si appresta a farlo in appoggio alle altre Regioni che hanno depositato nella cancelleria della Corte Costituzionale i loro ricorsi contro la normativa che avrebbe dovuto rappresentare il primo codice dell’ambiente italiano.

La rivolta istituzionale delle 9 e più Regioni che si sono rivolte alla Corte Costituzionale fa passare in secondo piano, è il parere del Wwf «la decisione di ieri (cioè la dichiarazione di non luogo a provvedere sull’istanza di sospensione di alcuni articoli del decreto 152 del 2006, depositata ieri sera dalla Corte Costituzionale)».

In effetti a Emilia Romagna, Calabria, Toscana, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Umbria, Abruzzo, Puglia si stanno aggiungendo in queste ore il Lazio, la Sardegna, la Provincia di Trento e la Campania.

«Aspettiamo fiduciosi l’esame di merito che la Corte farà rispetto alle censure mosse al decreto, ma a questo punto - afferma Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia - si rende ancor più necessario un intervento normativo per ripristinare una situazione di governabilità dell’
ambiente a tutela anche della salute dei cittadini».

La Corte, senza esaminare nel merito il ricorso, ha ritenuto che - in questo stato del giudizio - non vi fossero elementi probatori sufficienti a dimostrare un pericolo di un irreparabile pregiudizio all’interesse pubblico, all’ordinamento giuridico della Repubblica o il rischio di un pregiudizio grave ed irreparabile per i diritti dei cittadini.

«Siamo in una situazione di assoluto caos normativo - conclude il segretario generale del WWF Italia - dove non vi sono più certezze circa le competenze delle istituzioni, gli adempimenti degli operatori, la coerenza con gli obblighi comunitari. Il pericolo è concreo ed attuale e l’auspicio è che il Ministro dell’Ambiente intervenga al più presto. La missione è assai difficile ma è necessaria ed urgente, per dare risposte concrete agli enti locali, ai cittadini e al sistema delle imprese che possono solo trarre beneficio da chiare regole in materia ambientale».

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